Lavoro, avanza la generazione hi-tech

Chi sono i MillennialsIl mio articolo di oggi dedicato ai Millennials, pubblicato su Avvenire (Pag. 24) qui in .PDF “Lavoro, avanza la generazione hi-tech“: dati dalla ricerca “Le aziende italiane e i Millennials. Sfide e opportunità” realizzata da NetConsulting/CA Technologies e interviste ad Annamaria Di Ruscio (NetConsulting) e Fabrizio Tittarelli (CA Technologies).

La fine del posto fisso, quello fatto di scrivania, carta e penne

Non pubblicati, ma piuttosto interessanti alcuni dati sui Millennials, in particolare questo, che riguarda l’importanza attribuita alla presenza fisica sul luogo di lavoro. Quasi la metà (e in particolare gli ingegneri) si disinteressa del “posto fisso” nel senso logistico del termine.

Millennials e posto fisso

La differenza rispetto a chi sta già in azienda

Si scopre anche, leggendo tra le righe della ricerca, che i Millennials hanno delle interessanti carte da spendere in azienda, visto che a differenza dei colletti bianchi e attempati clerks che ci vivono da tempo, sono più rapidi con le tecnologie (ovvio, no?), ma anche più disponibili verso il cambiamento e al lavoro flessibile.

Sì, ok, questi sono indisciplinati, anarchici, passano un sacco di tempo su Facebook, Skype e YouTube, però sanno usare il Web come nessun altro. Ora io mi chiedo, che cosa aspettano le imprese a portarseli in casa? Classica paura di farsi mangiare la pappa in testa dall’ultimo pivello o forse non si sa esattamente che cosa fargli fare, visto che il Web per qualche imprenditore è ancora un illustre sconosciuto? Fiducia è la parola magica. Serve più fiducia nelle nuove leve da parte delle imprese. 

Millennials - La differenza con i clerks

I giovani e i nuovi confini del lavoro

A distanza di qualche settimana pubblico un mio intervento tenuto a Palazzo Re Enzo il 17 giugno nelle giornate ACLI di Bologna durante il seminario rivolto ai giovani dal titolo “Il lavoro nelle sfide globali. Identità Mobilità, radicamento.” Il testo, un po’ lunghetto, non era pensato per Internet. Spero la lettura sia utile comunque.

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Giovani, nuovi confini del lavoro e la parte migliore del nostro Paese
di Dario Banfi

“Non ci sono più i giovani di una volta”, lamenta qualcuno. E se a trent’anni protesti contro la precarietà rischi perfino di essere indicato da un ministro della Repubblica come “il peggio dell’Italia”. In realtà si potrebbe rispondere con una provocazione, dicendo che sì, tutto questo è vero, ma è maledettamente vero perché “non c’è più il futuro di una volta”, come si legge su qualche muro nella periferia di Milano.

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Hard times a Milano

Curioso come la critica che l’autore di Tempi difficili (Hard Times) rivolse a Jeremy Bentham abbia una sua forza anche oggi. Se si persegue “la più grande felicità per il più grande numero di persone” (un assunto dell’utilitarismo, corrente filosofica criticata da Dickens), dimenticando buona parte di chi esce dai margini della statistica e del mondo visibile si finisce per dipingere un quadro senza prospettiva, piatto, forse inutile. E ancora più grave è farlo oggi, visto che la transizione tra condizioni lavorative è quanto più utile studiare e sostenere.

Di che cosa sto parlando? Dell’impegno delle nostre istituzioni locali. Oggi la Provincia di Milano ha presentato i dati sull’occupazione nel nostro territorio [scarica qui la presentazione: “Tempi Difficili” (.PDF) e il Comunicato Stampa] e ha pensato bene di prendere come base statistica le Comunicazioni Obbligatorie relative al lavoro alle dipendenze. Ci sono tutti, dal part-time all’apprendistato, dal full-time agli occasionali. Mancano i lavoratori indipendenti, Paria della statistica, invisibili, fuori dal mercato che interessa alle Istituzioni. Il panorma è inquietante: calano il part-time e le assunzioni a tempo indetermianto, cresce tutto ciò che è a termine. La domanda dequalificata prevale, le professioni intellettuali sono messe nell’angolo. E i freelance scomparsi! Tempi ancora più difficili a Milano per noi independent workers.

Quando la discriminazione è di Stato

INPS ha pubblicato le norme relative agli incentivi (Circolare 5/2010) che le imprese possono utilizzare per impiegare lavoratori che nel 2009 e 2010 sono stati o saranno in Cassa Integrazione Straordinaria. Questo uno dei passaggi:

L’incentivo spetta per l’assunzione di lavoratori che siano destinatari per gli anni 2009 e 2010 di ammortizzatori sociali in deroga […] L’assunzione può essere sia a tempo determinato che indeterminato, sia a tempo pieno che parziale.

[…], spetta al datore di lavoro che assume, per ogni mensilità di retribuzione corrisposta al lavoratore, un incentivo mensile pari al trattamento mensile di sostegno al reddito che sarebbe stato erogato al lavoratore, al netto della riduzione del 5,84% […]

Ma il legislatore non si è posto il problema di inserire nel mercato del lavoro regole ufficiali di discriminazione? E chi non è in CIGS o è un disoccupato di lunga durata? Credo sia un tantino fuori dalle regole fissate dall’Europa…

L’occupazione della Triennale!

ACTA in Triennale

A questo è giunta oggi ACTA e un gruppo di lavoratori autonomi, freelance, professionisti indipendenti che hanno voluto dimostrare il proprio dissenso in merito alla sistematica mancanza di attenzione da parte delle Istutuzioni e del Governo che ha ipotizzato nella costruzione della manovra Finanziaria un innalzamento delle aliquote contributive (di +1,2% oltre all’aumento già previsto dal Governo Prodi per il 2010)  per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS.

Il luogo simbolo della creatività milanese, spazio espositivo per opere dell’ingegno e dibattiti culturali sull’evoluzione del mondo delle professioni intellettuali e del terziario avanzato, ha visto la pacifica occupazione dello scalone centrale che porta all’aula magna. Un corteo funebre inscenato dalle professioniste di AITI e Assointerpreti (traduttrici e interpreti) e una sfilata di altri lavoratori appartenenti ad ACTA e I-Network ha raggiunto il cuore della Triennale, dove i manifestanti hanno messo in scena la rappresentazione del loro “dissanguamento” ad opera dell’Istuituto di Previdenza. Flebo attaccate al braccio per alcuni e macigni sulle spalle per altri come simboli di un peso insostenibile e un prelievo contributivo abnorme, superiore a quello di tutte le altre categorie di lavoratori in Italia.

Questo il comunicato stampa ufficiale in cui si spiegano le ragioni di questa azione nei dettagli. Per altre informazioni si leggano anche gli ultimi 6 post di questo blog. Qui altre notizie da Roma, per la manifestazione parallela, davanti a Montecitorio. Sul sito ACTA sono disponibili ulteriori dettagli dell’Evento.

Alcune mie foto della manifestazione, sotto forma di performance (era pur sempre la Triennale, no?).

ACTA in Triennale

ACTA in Triennale

ACTA in Triennale

Altre foto:

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Piano casa e numeri del Lotto

È questione delicata in questi mesi parlare di nuova occupazione quando le cose sembrano andare male. Eppure c’è chi fa a gara a spararle più grosse. Usiamo questa disinvoltura anche qui su Humanitech per suggerire almeno come azzeccare qualche numero al Lotto.

Oggi Il Giornale, riprende  un comunicato stampa di Confartigianato sul tema del Piano Casa. Per Antonio Signorini, miglior giornalista del lavoro secondo la Fondazione Biagi, “…la crescita in termini di posti di lavoro sarà di quasi 98mila addetti, con un aumento dell’occupazione del 5,3 per cento“. Un rapido calcolo ed ecco che – dimendicando (?) di specificare che si tratta di una percentuale relativa al settore delle Costruzioni e non italiana – i nuovi occupati sono diventati, implicitamente, già 1milione e 200mila (esattamente 1.237.497: la cui somma dei numeri fa 33). Miracolo. A questa bella cifra va vicino il Centro Studi della CGIA di Mestre, una vera slot machine di previsioni, che parla di 745mila nuovi posti di lavoro, quasi il doppio (il rapporto è 1,83) dei 406mila nuovi  occupati creati dal settore negli ultimi 8 anni! Di questi un terzo saranno lavori per immigrati. Così, a naso.

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Dunque, riassumendo, questi sono i numeri miracolosi: 98, 5 (arrotondamento di 5,3), 33, 2 (arr. di 1,83) e 8. Giocateli dove vi pare (preferibili le ruote di Roma, Venezia e Milano).

P.S. Se volete ci sono ancora molti dati che si possono elaborare. Ne troverete altri nei prossimi giorni sulla stampa… Speriamo, per questo, che il decreto sul Piano Casa non vanga bloccato.

Cambia il vento per le assunzioni nel 2008

Unioncamere ha presentato il Rapporto 2008 sull’economia, l’andamento del mercato del lavoro e la domanda interna. Chi è interessato ai dati trova qui una buona (ed estesa) sintesi e un comunicato… Interessante è il dato relativo al miglioramento del “profilo qualitativo” delle figure ricercate dalle imprese per il 2008. Si legge così, nel Rapporto:

I primi dati disponibili attraverso il Sistema Informativo Excelsior, con riferimento ai programmi di assunzione delle aziende per il 2008, evidenziano l’uso “estensivo” del fattore lavoro come leva principale della crescita economica ma, al contempo, rivelano un graduale miglioramento del profilo qualitativo dei fabbisogni occupazionali.

In concreto significa che nelle assunzioni programmate dalle imprese per quest’anno si alza il livello medio di preparazione richiesto ai candidati. Lo si comprende anche da questo grafico, che mostra quali tipologie di nuovi assunti sono previsti all’interno delle imprese italiane (c’è anche un raffronto con la domanda espressa nel 2007).

Occupazione - La domanda (Sistema Informativo Excelsior)

Specifica così il Rapporto:

L’upgrading qualitativo della domanda di lavoro espressa dalle imprese viene infine confermato da altri due fenomeni riguardanti le caratteristiche delle figure professionali in entrata. Il primo, è il più contenuto ricorso a lavoratori immigrati, che per il 2008 non dovrebbero superare il 22% circa delle assunzioni, cinque punti in meno rispetto al 2007. Il secondo, è l’inversione di tendenza nell’utilizzo delle diverse fattispecie contrattuali da parte delle aziende, che sembra nuovamente muoversi nella direzione di un maggior ricorso al tempo indeterminato.

Il fenomeno è forse da attribuire al fatto che in termini salariali portare in casa alte professionalità comincia a diventare più economico, per un graduale e (a mio avviso) pericoloso appiattimento delle retribuzioni, come spiega anche Il Sole 24 ore online.

Che genere di lavoro è

Non è casuale che nei maggiori momenti di transizione, come quello attuale, in cui sembra che qualcosa nell’approccio politico al potere si stia muovendo (cambiando?), il tema della donna e del lavoro si rimesso al centro.

Segnalo tre fonti importanti per chi volesse approfondirlo. La prima è il decreto legislativo di recepimento della Direttiva comunitaria 2006/54/CE concernente l’attuazione del principio delle pari opportunità fra uomini e donne in materia di occupazione e di impiego (il sito del Governo offre altri link di approfondimento).Uffy e Flokr Lo ha varato il Consiglio dei Ministri il 27 febbraio scorso. C’è poi la raccolta di materiale diffuso da ADAPT dal titolo “Occupazione femminile, una leva per la competitività” (.PDF), curata da F. Kostoris, A. Servidori, M. Bettoni, che comprende anche un contributo di Tito Boeri.

Infine c’è il Rapporto “Donne & Lavoro” del Sole 24 Ore (che ha in programma anche un forum sul tema). Nel dossier pubblicato oggi (qui un file .PDF con gli articoli) c’è anche il contributo di Alberto Alesina e Andrea Ichino, da tempo sostenitori di incentivi fiscali per le donne, al quale ha ribattuto di recente su Voxeu.org Gilles Saint-Paul con l’articolo “Against gender based taxation“.

P.S. Rosanna ha dedicato un post per discutere apertamente del tema su JobTalk, nell’area JobDonne. Su, esprimiti.