Lavoro in frantumi

Libro Lavoro in Frantumi - Dario Banfi

Autori: Dario Banfi e altri
Pubblicazione: Novembre 2011
Casa Editrice: ombre corte
Pagine: 222
Formato: 13,6×21,1
Isbn: 978-88-97522-05-8
Prezzo: 20 euro

Dettagli progetto
Anno: 2011
Cliente: ombre corte
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Tipologia: Editoria |
Editoria
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Budget: [ probono ]
Parole chiave: lavoro autonomo | saggio |

Lavoro in frantumi. Condizione precaria, nuovi conflitti e regime neoliberista è una raccolta di contributi di autori diversi in materia di lavoro precario e atipico. Nato a seguito dell’omonima conferenza tenuta nel 2011 all’Università degli Studi di Bologna, è frutto dell’iniziativa di Federico Chicchi (Sociologia del lavoro, Scienze Politiche dell’Università di Bologna) e Emanuele Leonardi (PhD, University of Western Ontario).

Pubblicato dalla casa editrice ombre corte contiene anche il contributo di Dario Banfi, dedicato alle remunerazioni dei lavoratori autonomi. Il saggio dal titolo La paga dei freelance. Quando l’impresa fa buy-back su premi di risultato tratta il tema dei compensi dei freelance e delle logiche più diffuse con cui i lavoratori dipendenti acquistano lavoro all’esterno dell’impresa. Il testo, diffuso con licenza Creative Commons – CC BY ND-NC 1.0, è liberamente scaricabile al link “Il mio saggio”, riportato qui sopra.

A fianco del contributo di Dario Banfi, trovano spazio nel testo altri autori: Adalgisio Amendola, Emiliana Armano, Sergio Bologna, Alberto Cazzola, Federico Chicchi, Salvatore Cominu, Anna Curcio, Andrea Fumagalli, Margaret Gray, Emiliano Leonardi, Stefano Lucarelli, Sandro Mezzadra, Cristina Morini, Andrew Ross.

La quarta di copertina

Cosa resta oggi del lavoro che abbiamo conosciuto nella modernità industriale? Verosimilmente solo alcuni frammenti, che non è facile, e forse nemmeno utile, cercare di ricomporre. La moderna relazione tra lavoro e cittadinanza è oggi, infatti, rimessa completamente in discussione. Se da un lato essa è l’esito di una insistita strategia di deregolamentazione e umiliazione del lavoro, il cui effetto principale è una condizione di precarietà generalizzata, dall’altro occorre trovare, all’interno e contro di essa, una via di fuga capace di favorire l’emergere di quella montante eccedenza di soggettività che la fine del lavoro fordista lascia intravvedere.

Per comprendere il fenomeno nella sua complessità occorre allora evitare di ridurre l’analisi della condizione del lavoro all’interno di un tanto necessario quanto insufficiente paradigma dell’afflizione, e studiare invece il rapporto che nel capitalismo postfordista e biopolitico viene a instaurarsi tra lavoro, produzione sociale e appropriazione della ricchezza. Il volume propone in particolare una riflessione transdisciplinare sul modo in cui le diverse forme del lavoro si inscrivono nel nuovo processo di creazione del valore fondato, ormai in modo sempre più diretto, sull’intero tempo di vita e sulla cooperazione sociale.

L’intento è quello di indagarne la frantumazione e la precarizzazione come uno degli elementi cardine, accanto ai processi di finanziarizzazione, del nuovo regime di accumulazione capitalistico. Solo mettendo in relazione quest’ultimo con le resistenze che lo attraversano è possibile cogliere gli elementi che caratterizzano le nostre società e le forze che ne possono mutare il corso.

Alcuni estratti

Da pag. 148: “Il rischio è che il tempo procrastinato, che dà forma alla corretta interpretazione dei benefici della consulenza e plasma l’idea di premio associato, scompare in un presente continuo, bloccato sulla tariffa, sul salario, sulla quota base di una retribuzione. Ogni elemento di variabilità viene interpretato a priori e si perde il valore intrinseco degli intangibili d’impresa: tutto rientra nel processo di produzione e anche l’autonomia rischia di diventare un’etichetta formale. Pensate alle false partite IVA. Questa logica è un maldestro tentativo del sistema d’impresa di fare buy-back sui premi di risultato, ovvero su quegli elementi di retribuzione variabile che – nel lavoro dipendente – oggi sono l’unica forma per dare dinamicità alle retribuzioni e creare sistemi selettivi e premianti.”


Dalle pag. 149: “Se volessimo usare la lingua dei trader di Borsa, però, quando qualcuno cerca di fare buy-back su valori che ha esternalizzato – oggi diremmo, che il postfordismo ha ricollocato nel segmento del lavoro indipendente – e cerca di riportarli in casa a basso prezzo, ma a valore aggiunto, ecco è proprio questo in questo momento che bisogna alzare la posta e mantenere un fermo profilo identitario, senza cadere nella trappola di mettere sul piatto la dignità del lavoro.

Una citazione

Come diceva Picasso ci vogliono 70 anni per imparare a fare un’opera d’arte in soli cinque minuti. E dunque come quotare l’opera? Paghiamo 5 minuti di lavoro?

Ultima modifica: 2011-11-18T07:49:10+01:00 Autore: Dario Banfi