L’arte perduta del mulinaro

¿es posible clavar con miradas la brisa?
(È possibile fissare la brezza con lo sguardo?)

Garcia Lorca, Libro de Poemas

Avete mai previsto il vento? Direzione, intensità o durata? O vi siete mai chiesti quale fosse la direzione da prendere guardando unicamente il cielo? In mare ancora molti velisti la prendono come una sfida, ma sempre di più si affidano a strumenti moderni e sofisticati per ottenere risultati più affidabili.

Una volta, invece, non era così. Su questa capacità c’è chi ha costruito un’arte ben precisa in passato, un mestiere di grande valore ed enorme responsabilità, perché da lui dipendeva il guadagno di una giornata di lavoro per tutta la filiera produttiva. Era il mulinaro.

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Il cambiamento? Un puzzle

Schematizzare è sempre un po’ tradire, soprattutto se si parla di sistemi complessi. A volte però aiuta poiché rimarca appunto gli elementi mancanti, come nello schema riportato qui sotto e che trovo molto interessante.

Il diagramma mette in luce come siano necessari elementi contemporanei per cambiare, innovare, migliorare realmente le imprese italiane (e più in generale il sistema sociale, ma applicate lo schema a ciò che vi pare..). La mancanza di soltanto uno di essi fa crollare l’intero sistema finalizzato al cambiamento.

P.S. Senza contare che se ne manca più di uno si sommano anche gli effetti…

Passi per il cambiamento
Fonte: La visione integrata dell’IT Governance, Risk e Compliance, ADFOR – 2008.

Voi in quale situazione vi trovate?

Leader cattivi e cattivi leader

Francesco Alberoni, ovvero della banalità del pensare. Qualche volta, però, si trovano cosucce da sottolineare nel suo pallosissimo taglio basso sul Corriere della Sera del lunedì [P.S. Nuovi Pasolini, per cortesia, fatevi avanti…].

Oggi scrive:

La prima cosa che dovete fare quando vi viene dato un posto di responsabilità è scegliere bene i collaboratori. E anche a squadra fatta se vi accorgete, a un certo punto, che uno è incapace o fannullone o disonesto o mentitore o invidioso, isolatelo, sbarazzatevene. Non perdete tempo nel tentativo di recuperarlo, non trovategli scuse o attenuanti.

da “Guardate i collaboratori e capirete se è un leader“.

Sopravvivere tra gli imbecilli

The No Asshole RuleIo qualcuno a cui consigliare questo libro ce l’avrei, ma lo faccio in privato. Robert I. Sutton in The No Asshole Rule (per la traduzione di asshole si veda qui) affronta coraggiosamente il tema dei colleghi imbecilli. Ne parla anche Guy Kawasaky, che nel suo blog fornisce parte dei contenuti del testo, ancora non tradotto in italiano [sono curioso di sapere come faranno con il titolo].

Telelavoro e sindrome da riunioni

Segnalo la bella analisi di Carlo Alberto Pratesi dell’Università Roma Tre uscita oggi su La Repubblica – Affari & Finanza che spiega i motivi per cui in Italia non decolla ancora il telavoro. Così scrive:

Quello che rende diverse le aziende nell’approccio al telelavoro è la loro cultura organizzativa di base: laddove si è maturata nel tempo una consuetudine alla delega e alla responsabilizzazione, il lavoro a distanza attecchisce bene e senza traumi. Diverso il caso delle organizzazioni più verticistiche dove c’è il “capo” che decide tutto e che crea la sindrome delle riunioni. In quel tipo di aziende occorre sempre incontrare le persone: non bastano le e-mail o le telefonate per avviare un lavoro. Senza un incontro vis a vis nessuna azione viene posta in essere.

Ho sempre pensato che i due mali maggiori della cultura organizzativa moderna fossero la cosiddetta “leadership fuffa” e la deriva del “lifelong meeting”.