Tecniche di guerrilla freelancing per trovare lavoro

Uno dei nuovissimi metodi – piuttosto interessanti – per cercare lavoro oggi come freelance è di usare Twitter per farsi notare dai clienti (identificati con cura come prospect) usando una semplice citazione del tipo “Mi piacerebbe davvero lavorare con @tizio @caio o con il grandissimo @sempronio“. Nei canali Twitter di freelance americani capita spesso di trovare simili proposte. E’ certo che tizio, caio e sempronio perlomeno noteranno il vostro richiamo e faranno un giro dalle vostre parti per capire chi siete (l’effetto “ammirazione” funziona quasi sempre).

Ancora più geniale è il metodo usato da Alec Brownstein, creativo ed esperto di marketing online, per farsi notare da famosi art director di grandi agenzie, sfruttando l’ego surfing, ovvero il fatto di googleggiare cercando di capire che dicono altri di noi in Rete. Uno cerca il suo nome ed ecco la proposta di collaborazione. Costo? 6 dollari!

(Via Guerrilla Freelancing)

Ricerca di lavoro, bugie e Internet

Italiani e ricerca di lavoro. Smaliziati, concreti, realisti o fessi? Ne parlano con dovizia di particolari Rosanna su JobTalk (Gli italiani mentono nel curriculum vitae e al colloquio, però adorano cercare lavoro in Internet) e Federico su MioJob (Fenomenologia della ricerca di lavoro “Troppo lunga l’attesa per una risposta”). Se siete interessati, in questo documento PDF (Fonte: Kelly Services) trovate tutti i dati per esteso.

P.S. Una sola nota. Personalmente non ritengo credibili alcuni valori, come i seguenti: Mezzi per trovare lavoro

Questi riportano il “principale mezzo grazie al quale i lavoratori hanno trovato il proprio attuale lavoro“. Un valore così elevato per la voce “chiamata da parte del datore di lavoro” indica chiaramente come il panel sia basato sui lavoratori che transitano dall’agenzia di lavoro che ha condotto il sondaggio (una simile distorsione si trova, per esempio, anche nelle Manpower Employment Outlook Survey, sulla domanda di lavoro, pubblicate mensilmente sulla base delle dichiarazioni dei clienti del Gruppo).

Dubito che gli annunci online superino il passaparola in Italia. Sarebbe un traguardo importante, ma ho come l’impressione che non siamo ancora arrivati a questo punto.

Web, lavoro e blogger in doppio petto

Qualche approfondimento sui metamotori e sui nuovi strumenti come il videocurriculum. Sono materiali/articoli pubblicati oggi sul Sole 24 Ore [in rassegna stampa anche su Apogeonline dal buon Antonio Sofi], che lascio qui in download:

La frontiera su Internet è il videocurriculum (file PDF) su videocurriculum, podcast, portali, metamotori e servizi vari..;
Anche i manager cercano un posto sugli annunci web (file .PDF) con dati [in formato più esteso qui] e aggiornamenti su utenza, profili, traffico dei jobsite ecc.;

C’è poi qualche approfondimento sui blog degli esperti di diritto (.PDF) e uno più in generale di chi parla di lavoro (.PDF) – una replica su carta della fotografia della Jobosfera, già fatta qui per JobTalk. Online invece, arricchisce il quadro su JOB 24 Online uno speciale focus sui CEO blogger (con una lista dei 50 più noti) e un pezzo sulle piccole imprese che si sono votate al corporate blogging in Italia. Per questo articolo ringrazio Alberto per il suo prezioso contributo. News di piccolo cabotaggio, invece, è l’apertura di oneITJob, blog che parla di lavoro (nel senso delle opportunità e degli annunci) nel settore IT.

P.S. Da non tralasciare la lettura dell’attapiramento (poi ritirato) che Rosanna Santonocito ha fatto a Stefano Venturi di Cisco, contattato in fase di realizzazione degli articoli, e la risposta diretta via blog del CEO di Cisco.

Lavoro e buoi

Oggi Il quotidiano di Sicilia (file .TIFF) pubblica una classifica del tempo medio che occorre nelle diverse Regioni d’Italia per trovare lavoro. Sarebbe bello leggere ogni tanto anche indagini sulla ricerca extraterritoriale, via Internet. Ovvero quanto ci mette un ragazzo in Basilicata a trovare un’occupazione in Trentino Alto-Adige. Temo, però, che non sia soltanto una questione legata al basso utilizzo della Rete per cercare lavoro quanto un radicato timore nell’allontanarsi dal Campanile vicino a casa.

Regioni & Durata della ricerca di lavoro (in mesi)

  • Trentino Alto Adige – 4,3
  • Umbria – 5,6
  • Friuli Venezia Giulia – 6,7
  • Lombardia – 6,8
  • Veneto – 6,9
  • Emilia Romagna – 7,2
  • Piemonte Val d’Aosta – 10,9
  • Liguria – 12,2
  • Marche – 12,5
  • Lazio e Abruzzo – 12,8
  • Toscana – 13,5
  • Campania e Calabria – 19,5
  • Molise – 19,8
  • Sicilia – 22,1
  • Puglia – 22,3
  • Basilicata – 22,3

Ancora sui metamotori per cercare lavoro

Da quando l’ipertesto, con il salto generazionale dell’XML e i metatag, ha scalato di una posizione la sua capacità di etichettare contenuti in maniera dinamica, e da quando è esplosa la mania dei <tag> sui contenuti online (blog e affini), sembra che la voglia di acciuffare materia digitale con sistemi che sfruttano i metamarcatori sia inarrestabile. E se a questo si devono la fortuna del Web 2.0 e le chiacchiere che gli girano intorno, il caso dei metamotori per il lavoro dimostra che questa piccola rivoluzione può dare vita anche a servizi che funzionano, facili da usare e per tutti…

BigListTutto questo per segnalare una new entry nei metamotori di ricerca per il lavoro. Si chiama BigList.it che dichiara di avere indicizzato già 90.000 annunci di lavoro in Italia [per esempio: 1.500 offerte per segretarie a Milano, 1.200 ingegneri a Torino e oltre 3.000 operai a Napoli ecc.].

La lista si allunga, come si può notare, e sta rimarcando una tendenza da non sottovalutare. Oggi in Italia i principali metamotori per il lavoro sono JobCrawler, JobRapido, eurekajob e Motore Lavoro ai quali si aggiunge apputo BigList.it. Funzionano tutti allo stesso modo poiché consentono di immettere una chiave di ricerca relativa al lavoro desiderato e una seconda voce [tranne per Motore Lavoro] per identificare l’area geografica. I risultati fanno riferimento a qualsiasi tipo di domanda di lavoro pubblicata su Internet presso operatori specializzati o singole aziende (!) e rimandano con un link agli annunci originali.

Dottorissimo in faccio-io

Che cosa non si fa pur di lavorare… minimo si raccontano un po’ di palle sulle esperienze pregresse. Ma anche quando un lavoro te lo sei cuccato e ti infilano in un gruppo e devi passare otto ore in un ufficio la logica dominante resta quella del libero battitore. Giusto o sbagliato che sia, è un dato di fatto. La lealtà all’impresa è bassa in Italia. Le ragioni? Bah, che siano le stesse imprese a essere altrettanto sleali nei confronti dei dipendenti?

Provate a confrontare le ultime rilevazioni di dettaglio sulla faccia di bronzo degli italiani [così come dichiarato dai direttori del personale] quando vanno a caccia di un posto e i dati sulla lealtà una volta entrati. In Europa sono meno individualisti, meno sfrontati nel vendersi. Si parla di medie, ovviamente. Poi i polli si spennano in maniera diversa, come insegna Trilussa.

Quali sono gli argomenti su cui i candidati
tendono a esagerare maggiormente
durante i colloqui di lavoro?

Europa

Italia
Le esperienze di lavoro precedenti 29% 43%
Le competenze informatiche 4% 19%
La conoscenza delle lingue straniere 12% 9%
Il livello di istruzione 8% 8%
Lo stipendio 12% 6%
Le capacità manageriali 19% 4%
Altro/non so 14% 11%

[Fonte: Robert Half Executive Search – 2007]

A chi ti senti più fedele nel lavoro? Europa Italia
A me stesso 33% 46%
Al team 32% 20%
All’azienda 19% 18%
Al mio capo 10% 8%
A nessuno 6% 8%

[Fonte: Monster.com – 2007]

Recruiting online: novità e numeri

JobrapidoSettimana scorsa ho avuto il piacere di incontrare telefonicamante Vito Lomele, managing director di Jobrapido. La nostra chiacchierata e qualche evidenza sul mercato italiano, oltre ad alcuni spunti sull’evoluzione dei servizi di job recruiting, sono contenuti in questo servizio che ha pubblicato oggi il dorso èLavoro di Avvenire.

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LinkedIn e LinkedOut

Tutto vero quello che scrive Pietro in relazione a LinkedIn: iscrizione, network, endorsement ecc. Vorrei però fare un passo avanti – con chi ha voglia di leggere questo lungo post – e discutere sulla reale efficacia di questi social network per trovare lavoro.

Linkedin

Bisogna essere onesti e chiarire meglio questo punto perché l’idea (e la concretezza) delle “reti di conoscenze” che solitamente abbiamo in Italia è ben diversa da quella che uno strumento come LinkedIn consente di mettere in gioco. Il tema è ovviamente aperto e questi sono soltanto spunti [migliorabili] di riflessione.

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