Mi passi gli appunti via FTP?

Pubblicata da Linda Gratton della London Business School sul suo blog The Future of Work, questa immagine mi fa particolare impressione e sentire anche un po’ vecchio. Ho terminato l’Università nel 1996, non da molto dunque :-) ma non ricordo un solo portatile in aula in quegli anni. Forse perché era più produttivo guardare le compagne di banco che chattare su Facebook per trovare l’amore della vita, forse perché i portatili costavano un occhio della testa. Quello che mi chiedo è chi sia la vera appendice? Il computer per il corpo che apprende, o il braccio e la mente che lo governa per le macchine che hanno invaso gli spazi dell’apprendimento?

University of Missouri

E tu chérie quando vai?

Loredana Oliva - Io invece studio all’esteroSegnalo la presentazione del libro “Io invece studio all’estero” – di cui abIo invece studio all’esterobiamo parlato qualche giorno fa – su Media Center del Sole 24 Ore online di Job 24 online.

Loredana Oliva, in studio con Rosanna Santonocito, discute di percorsi e opportunità per formarsi al di fuori del sistema italiano dell’istruzione. Già, perché uno dovrebbe studiare in altri Paesi?

Io invece studio all’estero

Io invece studio all’estero - CLICCA PER INGRANDIRE (Img ad alta risoluzione)È il titolo del primo libro dell’amica Loredana Oliva che ha travasato la sua incredibile esperienza e la sua conoscenza sul tema della formazione all’estero in uno stupendo testo, un robusto volume che trasuda di passione, storie (personali e non), consigli, riferimenti pratici e mille dettagli.

Non credo esista  oggi sul mercato italiano un titolo così ben costruito per far capire a un giovane studente dove può dirigire la sua rotta nel lungo viaggio della formazione secondaria superiore e universitaria. Sono trattati nel dettaglio 13 Paesi. Ci sono 200 pagine di indirizzi!! (Roba scelta, mica con Google). Un lavoro editoriale pazzesco.

Conoscendo il personale impegno che sta alle spalle di questa impresa [brava, Loredana!], gli anni spesi nel trattare questi temi e la singolare passione nell’informare gli italiani su che cosa si può fare fuori da questo Paese, non posso che consigliarlo a ogni buono studente che desidera mollare gli ormeggi “verso l’orizzonte imprevedibile di un Paese straniero, vicino o lontano“.

Io invece studio all’estero (Sperling & Kupfer, 2008 – 18 euro) sarà in libreria tra qualche giorno. Qui una scheda più istituzionale. Lo so, può sembrare uno spot, in realtà non voglio vendere nulla, semmai condividere con l’autore la mia fiducia in strumenti e in idee come queste, che mancano in Italia, e che abbattono finalmente un po’ di campanili dalle piazze di paese e ti fanno venire voglia di viaggiare e viaggiare, cercando il meglio, e persino di studiare :-)

P.S. In casa qualcun altro ha subito apprezzato un titolo del genere…

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Ricercatori di nuove vie per il lavoro

Quando penso a talune categorie professionali mi viene sempre in mente un avvertimento del filosofo F. Nietzsche – scusate la citazione dotta – che suona qualcosa come: “Fai attenzione perché quando hai il coraggio di guardare dentro all’abisso anche l’abisso guarderà te.” Parlo dei medici che fanno auto-diagnosi, dei sociologi che studiano l’impatto delle proprie ricerche, dei giornalisti che scrivono pezzi sul lavoro giornalitico, dei selezionatori che cercano selezionatori e via discorrendo.

Credo, però, che tra tutte le categorie quella dei ricercatori universitari sia quella che ha raggiunto una maggiore autocoscienza critica sui molti limiti e le opportunità di lavoro in Italia.

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Laureato in chimica cercasi, astenersi imbranati

I casi della vita. Mentre leggevo questo servizio del Sole 24 Ore dal titolo “L’Ateneo apre la strada al mondo del lavoro” sui canali universitari di raccordo con le imprese [per chi non sapesse: gli Atenei sono oggi soggetti autorizzati all’intermediazione], mi è stato girato via e-mail un simpatico annuncio ricevuto dall’Ufficio Placement di un’importante Università italiana. Tolti i riferimenti all’impresa, questo è l’annuncio (vero):

Gentili signori, la nostra piccola azienda produce [..] con una tecnica di [..].
Da tempo cerchiamo un chimico laureato per affidargli [..] anche nell’ottica di creare un sostituto al nostro Titolare. Viste le nostre precedenti esperienze, siamo disposti ad accettare qualunque candidato uomo o donna, italiano o straniero, con o senza esperienza, ma chiediamo i seguenti requisiti:
1) Voglia di studiare e approfondire anche gli aspetti teorici;
2) Non venire al colloquio accompagnato dalla mamma;
3) Avere la piena consapevolezza che per guadagnarsi da vivere è necessario lavorare;
4) Saper scrivere una relazione in buon italiano o in alternativa in forma comprensibile a terzi;
5) Non essere razzista perché deve rapportarsi con extracomunitari;
6) Non tenere il posto di lavoro o gli oggetti di normale uso in uno stato da post Tsunami;
7) Non perdersi in un rischioso itinerario come, per esempio, tra Como e Rimini in treno;
8) Non chiamare il Telefono azzurro se si tratta di trascorrere 3 notti in albergo da solo all’estero.