A me tocca invece rimanere in Italia, sob

Dopo il risultato elettorale a) il mio fisico si è indebolito, sono sotto antibiotici; b) sono in stato mentale catatonico tendente al depresso (dovuto anche al riodino delle fatture da portare oggi al commercialista); c) sto mettendo in ordine le idee per decidere se, prevendendo ciò che accadrà politicamente, sarà più utile scrivere il prossimo libro sul lavoro autonomo o sul precariato…

Per fortuna una telefonata di un’amica mi ha riportato con i piedi per terra, ricordandomi (oh bello!) che oggi è mercoledì. Tra i mille pensieri mi sono perso, infatti, questa importante segnalazione. Spero qualcuno la colga in tempo ed eventualmente ci vediamo domani. Sarà una bella occasione per discutere e valorizzare le buone idee di Loredana sul considerare l’estero come opportunità.

Loredana Oliva presenta il suo libro al Mondadori Center

Io invece studio all’estero

Io invece studio all’estero - CLICCA PER INGRANDIRE (Img ad alta risoluzione)È il titolo del primo libro dell’amica Loredana Oliva che ha travasato la sua incredibile esperienza e la sua conoscenza sul tema della formazione all’estero in uno stupendo testo, un robusto volume che trasuda di passione, storie (personali e non), consigli, riferimenti pratici e mille dettagli.

Non credo esista  oggi sul mercato italiano un titolo così ben costruito per far capire a un giovane studente dove può dirigire la sua rotta nel lungo viaggio della formazione secondaria superiore e universitaria. Sono trattati nel dettaglio 13 Paesi. Ci sono 200 pagine di indirizzi!! (Roba scelta, mica con Google). Un lavoro editoriale pazzesco.

Conoscendo il personale impegno che sta alle spalle di questa impresa [brava, Loredana!], gli anni spesi nel trattare questi temi e la singolare passione nell’informare gli italiani su che cosa si può fare fuori da questo Paese, non posso che consigliarlo a ogni buono studente che desidera mollare gli ormeggi “verso l’orizzonte imprevedibile di un Paese straniero, vicino o lontano“.

Io invece studio all’estero (Sperling & Kupfer, 2008 – 18 euro) sarà in libreria tra qualche giorno. Qui una scheda più istituzionale. Lo so, può sembrare uno spot, in realtà non voglio vendere nulla, semmai condividere con l’autore la mia fiducia in strumenti e in idee come queste, che mancano in Italia, e che abbattono finalmente un po’ di campanili dalle piazze di paese e ti fanno venire voglia di viaggiare e viaggiare, cercando il meglio, e persino di studiare :-)

P.S. In casa qualcun altro ha subito apprezzato un titolo del genere…

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Milano è una città per studiare?

VIVI MI - La Triennnale di MilanoNe discutiamo oggi, al VIVI-MI. Appuntamento ore 17.00 in Triennale (Via Alemagna).

Interverranno: Adriana Baglioni, prorettore del Polimi; Alice Arecco di Esterni; Giampaolo Nuvolati, professore della Bicocca; Manuela Guffanti di UniverCity; Nicola Dotti, studente; Luciano Niero, presidente ALER Milano; Anna Chiara Guariglia, di Erasmus Student Network; Claudio Bossi della Fondazione “I Care”.

Per scaldare i motori, in vista del dibattito, vi lascio qualche dato sugli studenti e sulla capacità recettiva di Milano. La città è al primo posto in Italia per offerta formativa universitaria e al secondo, dopo Roma, per numero di iscritti agli Atenei. Gli studenti sono ca. 175.000, pari al 13% della popolazione cittadina. Soltanto il 20% risiede a Milano, oltre il 55% sono invece pendolari. Gli studenti fuori sede risultano pari a 43.000, ma l’offerta di posti letto, al momento, è di 5.257 tra ISU milanesi, Collegi diocesani, Collegi Universitari gestiti dalle Fondazioni Ceur e Rui e dal Collegio di Milano. E così in molti sono costretti ad affitti che tolgono il fiato. Come affrontare la questione, per essere più attrattivi nei confronti delle migliori giovani intelligenze che non vivono in Provincia, o vengono dall’estero?