Quando penso a talune categorie professionali mi viene sempre in mente un avvertimento del filosofo F. Nietzsche – scusate la citazione dotta – che suona qualcosa come: “Fai attenzione perché quando hai il coraggio di guardare dentro all’abisso anche l’abisso guarderà te.” Parlo dei medici che fanno auto-diagnosi, dei sociologi che studiano l’impatto delle proprie ricerche, dei giornalisti che scrivono pezzi sul lavoro giornalitico, dei selezionatori che cercano selezionatori e via discorrendo.
Credo, però, che tra tutte le categorie quella dei ricercatori universitari sia quella che ha raggiunto una maggiore autocoscienza critica sui molti limiti e le opportunità di lavoro in Italia. Si vedano a titolo di esempio i blog Rete Nazionale dei Ricercatori Precari e Precari della Ricerca. Prova ne è anche questa bella inchiesta postata – in tre tranche – su YouTube da pochi giorni e realizzata da Mario Fusco Martone. E’ stata girata nel 2005, ma ancora attuale. S’intitola “Precari a tempo indeterminato“: