Forse mi sbaglio, ma credo che le poche ore passate insieme a Sara Horowitz della Freelancers Union ospiti di Sergio Bologna a Milano rappresentino un momento importante, forse storico, per il dialogo tra il mondo dei freelance italiani e quelli americani. Tra le api (simbolo della FU) che ronzano intorno alla più grande associazione mondiale di freelancer oggi c’è anche la comunità italiana e ACTA, ufficialmente diventati amici.
Insieme a Sara Horowitz (seconda da Sx) ospiti di Sergio Bologna (ultimo a Dx) a Milano.
Settimana prossima sarò con Sergio Bologna al Museo del ‘900 in P.za Duomo a Milano e alla Libreria Coop (via degli Orefici, 19) a Bologna. Saranno due tappe importanti per noi, perché entriamo nel cuore vivo delle città metropolitane, luoghi dove hanno narturale residenza moltissimi freelance italiani.
Non parleremo noi, direttamente, spero. Sì, forse lo faremo anche, ma secondo un modello che abbiamo sperimentato finora (in Bocconi, Triennale, Fondazione Einaudi ecc.) saranno principalmente gli ospiti che abbiamo invitato a dire la loro. Noi solitamente sediamo nel pubblico. Può sembrare strano come modo di presentare un saggio, ma fin dall’inizio l’obiettivo che ci siamo posti era quello di aprire la discussione alla società civile, in seno agli esperti di diritto del lavoro, e soprattutto tra i freelance.
E’ davvero grande la soddisfazione per un autore trovare così numerose disponibilità nel leggere con intelligenza un libro e volerne discutere in pubblico. Ascoltare è forse ancora meglio di scrivere, perché trovi quello che non sei stato in grado di dire nelle parole degli altri. A Milano ci accompagneranno Gad Lerner e Cristina Tajani, nuovo assessore al Lavoro della Giunta Pisapia. A Bologna numerosi consulenti e studiosi del lavoro professionale autonomo.
Che cosa fate, venite a sentire e (soprattutto) discutere con noi?
Era il titolo di un capitolo del libro che esce oggi, poi diventato semplicemente Gli outsider del welfare state, più comprensibile a chi non ha seguito le dichiarazioni recenti del Presidente INPS Mastrapasqua.
Oltre a parlare di diritti abbiamo deciso di scrivere un libro ad ampio spettro incrociando temi anche piuttosto differenti tra loro e inserendo frequenti richiami italiani e internazionali a chi si è occupato di lavoro professionale negli ultimi tempi sia da un punto di vista teorico sia, soprattutto, nell’azione quotidiana di difesa e tutela dell’autonomia del mondo freelance. Non ci sono soltanto Weber, Sennett o i dati Istat, troppo semplice. Siamo andati a cercare tra i blog, nelle righe degli ottimi lavori di ricercatori poco noti, raccogliendo testimonianze dirette, in particolare di chi vive l’autonomia con grande passione.
Siamo partiti dal lavoratore per arrivare alle nuove coalizioni, attraversando il terreno difficile del rapporto con la cultura del professionalismo, il tema del precariato e dell’economia che vive di progetti. Abbiamo cercato di capire di più sulla questione dei compensi, guardando anche alla cattiva informazione e al penoso Welfare State che ci ritroviamo, ricordando valore e ricchezza del freelancing, con una parentesi, per contrasto, sul degrado del lavoro dipendente.
Sergio Bologna, Dario Banfi – Vita da freelance (Milano, Feltrinelli 2011, Euro 17,00) esce oggi nelle librerie italiane.
La prima presentazione: Roma, 28 aprile 2011 c/o la Feltrinelli, P.za Colonna 31/35, h. 18:00.
Un lavoro di sintesi e di proposta verso la coalizione del mondo freelance
Di che cosa si parla in questo libro? Beh, tenete conto che Sergio e io siamo di due generazioni differenti, per cui in primo luogo parliamo di che cosa unisce invece di dividere e come le cose stiano cambiando nell’universo del lavoro postfordista. Il tipico individualismo del lavoratore indipendente, chiuso nella sua casa-ufficio e collegato col mondo soltanto in via remota, oggi sta cambiando, grazie alla spinta dei coworking, delle community online (provate a cercare l’hashtag #freelancing su Twitter: questa è solo la punta di un iceberg!), dell’associazionismo, delle nuove e moderne coalizioni che surclassano il vecchio sindacalismo.
Passando da New York a Londra, da Parigi a Milano, abbiamo inseguito le tracce di un movimento associativo nuovo, che si confronta direttamente con lo Stato e il mercato su questioni fiscali, previdenziali, normative. I lavoratori indipendenti vogliono oggi un riconoscimento del loro ruolo nell’economia della conoscenza. Basti pensare alle azioni di lobby di PCG nel Regno Unito o della Freelancers Union nello Stato di New York e non solo. In Italia c’è ACTA di cui Sergio e io siamo soci attivi.
E come cambia la percezione di un’identità di ceto? I freelancer esistono davvero in Italia? Per rispondere abbiamo affrontato a viso aperto il confronto con la vecchia ideologia borghese del ‘professionalismo’ e dei colletti bianchi tracciando una separazione netta dai tradizionali schemi del lavoro salariato. Siamo convinti che il nuovo mondo delle professioni sarà un mondo di no collar, secondo la felice espressione del sociologo americano Andrew Ross, un mondo di freelance, parola che in origine vuol dire “mercenari”, ma oggi indica milioni di lavoratori in perenne tensione tra libertà e vincoli, tra creatività e conformismo, tra sapere tacito e saperi standardizzati.
Settori importanti del mondo del business (si pensi ai broker online in ambiente anglo-americano) prevedono che questi lavoratori saranno il mainpower del futuro. Da noi le cose sono più complesse, i disegni di legge per creare statuti nuovi del lavoro autonomo o modificare i sistemi di protezione sociale sono impantanati in Parlamento e a dire il vero non sembra che nessuno voglia affrontare sul serio le questioni. In questo libro abbiamo cercato di portare in corto circuito quei sistemi di cattiva rappresentazione del lavoro indipendente, a partire per esempio dal tema dei compensi o della classica e imbecille voglia di assegnare il ruolo di precario a una Partita IVA.
Beh, mi fermo qui. Ovviamente su questo blog passo a passo vi racconterò anche altro. Se vi interessa, vi lascio di seguito una copia dell’Indice dell’opera Vita da freelance. Se cercate info o altro, scrivetemi pure.
Sì, è questo ufficialmente il titolo del nuovo libro che ho scritto insieme a Sergio Bologna e che presenteremo il 13 aprile alla Fiera del Libro di Torino. Sottotitolo: I lavoratori della conoscenza e il loro futuro.
Humanitech.it riapre i battenti. Non che in questo “anno sabbatico” sia stato con le mani in mano (è in chiusura un mio saggio che verrà pubblicato a breve per i tipi di Feltrinelli, scritto a quattro mani con Sergio Bologna), ma un po’ la mancanza della scrittura su blog si è fatta sentire.
È quello che mi sono detto, cercando di applicare i suggerimenti raccolti qui. Ovviamente sto parlando del biglietto da visita su Internet.
E così, mettendo un po’ di attenzione a come funziona Drupal (diavolo che signora piattaforma, è davvero mitica!! un salto quantico più in alto di WordPress) ho provato a rifare il mio sito, Dariobanfi.it.
Conoscenze nuove per fare cose utili, due piccioni con una fava.
Come vi ho anticipato, ecco una serie di documenti che potrebbero tornarvi utili nel caso siate freelance e lavoratori autonomi. Sono modelli di costruzione del prezzo che in passato ho già presentato su Humanitech. Li ho raccolti, commentati e ampliati.
Dopo Diventare Manager 2.0 un’altra mia piccola creatura cartacea (la sesta), scritto in collaborazione con Andrea Bagatta.
Il testo aggiorna la prima edizione di Internet che funziona, scritto nel 2005. Ovviamente c’è molto più Web 2.0, social network, blog, feed reader, accrocchi per telefonare, motori di ricerca, nuovi sistemi per cercare lavoro online e fuffa varia a uso degli utenti Internet.
Un testo entry level, tascabile, leggibile, lavabile. Nella collana Pocket di Feltrinelli/Apogeo. Non si compera a rate (costo: 7,5 euro).
Fabio, l’editor di Apogeo, mi ha gentilmente passato in anteprima la copertina. Le voilà.