Vita da freelance

I collaboratori di RCS Periodici sotto la lente. Il Comitato di redazione ha deciso di capire un po’ di più su che cosa accade dietro alle quinte, tra i 600 freelance (un numero pari a 2,4 volte quella dei “colleghi” assunti!) che scrivono per Corriere della Sera e altre testate della Rizzoli.

 Vita da freelance

I risultati dell’indagine sono stati pubblicati su Tabloid, rivista dell’ODG della Lombardia, e disponibili nell’articolo “Vita da Freelance, tra luci e ombre” (qui in formato .PDF). Dall’articolo:

“Chi vive una condizione di precarietà da almeno 5-7 anni sottolinea come siano progressivamante peggiorati gli stipendi (18,4%), il tempo di lavoro aumentato (15,7%), la qualità scaduta (13,1%), la competizione esplosa (10,5%)”.

La (mia) rappresentanza sindacale

Pensavo fosse più semplice, invece la burocrazia impera anche tra le fila dei sindacati dei giornalisti. Questo week-end si vota per il rinnovo dei rappresentanti regionali e per il Congresso Nazionale. So già chi votare, ma mi informo su come fare. Alzo il telefono.

– Pronto, è l’Associazione Lombarda?
Sì, mi dica.
– Buongiorno, senta.. so che per votare bisogna essere iscritti io però..
Attenda, prego, le passo la collega.
– Ok, grazie.. 
Pronto?
– Sì, buongiorno, vorrei rinnovare l’iscrizione, visto che all’inizio di quest’anno non ho..
Come si chiama?
– Dario Banfi.
Che posizione ha?
– Politicamente? [non riesco a evitare la battuta]
No, è pubblicista o professionista?
– Ah, professionista..  
Sì, eccolo qua! Lei è moroso.
– Credo di sì quest’anno non ho rinnovato.. come posso fare?
Può dimettersi dal sindacato e poi reiscriversi oppure pagare la quota pregressa..
– Dimettermi?

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Giornalisti di tutto il mondo

Segnalo l’appuntamento a Ferrara, il 5-6-7 di ottobre coordinato da L’Internazionale dal titolo Un weekend con i giornalisti di tutto il mondo.

Occasione interessante per incontrare/ascoltare chi (io, per esempio, son un ‘fan’ di Amira Hass, unica giornalista israeliana a vivere nei territori palestinesi) scrive sul settimanale.

I padroni del sindacato (dei giornalisti)

Una volta i sindacati si contrapponevano ai padroni, oggi si misurano anche e soprattutto con le minoranze sindacali e quelle nuove classi di lavoratori, prive di rappresentanza ufficiale, che ne mettono in luce l’obsoleta incapacità di trasferire le necessità reali sui tavoli della concertazione. Chi legge questo blog sa che non amo la spudorata parzialità con cui CGIL, CISL e UIL proteggono i propri iscritti, anche se ritengo irrinunciabile dialogo, rappresentanza e delega. Qualcosa, però, non va. In ordine soprattutto alle marginalità del mercato, sempre più marcate.

La vicenda dell’Organismo di base dei sindacati dei giornalisti, che avrebbe tutelato i freelance, la dice lunga sullo sfascio di un sistema che mira più alla conservazione del potere che alla rappresentanza. Ciò che è accaduto è indecente: è difficile giustificare come una (oramai) maggioranza di lavoratori di un settore non sia rappresentato. E’ antidemocratico e folle.

Questa malattia porterà alla cancrena le relazioni industriali e incomincia già oggi ad allontanare le giovani generazioni dalle stanze ammuffite dei sindacati. Condivido perciò la dura accusa di Senza Bavaglio alla combriccola di Serventi Longhi e dei suoi Abacuc regionali. Così si conclude la denuncia, che consiglio di leggere:

Un sindacato così rischia di non andare da nessuna parte e deve immediatamente capire che se non si trasforma radicalmente, cambiando funzioni, metodi, e comportamenti – affiancando al tradizionale ruolo da antagonista nuovi ed efficaci compiti da protagonista – e non ultimo liberandosi della zavorra, è destinato a celebrare il suo funerale.

I furbetti del diritto d’autore

Chiamatela se volete inchiappettata o con termine ancora più volgare, se desiderate, ma il concetto è proprio quello lì. Parlo del pagamento della previdenza giornalistica per i lavoratori autonomi (nota ai più come Inpgi2). Visto che siamo in periodo caldo, beccatevi sto post sulla pensione dei freelance.

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Ordine dei giornalisti, si cambia (finalmente)

Finisce 8 a 1 la partita per la presidenza all’Ordine dei Giornalisti di Milano. Letizia Gonzales esce vincente dal ballottaggio e avrà dalla sua 8 consiglieri su 9. Il nono è Franco Abruzzo, consigliere dal 1986 e presidente dell’ente dal 15 maggio 1989 a oggi. Nel cartello guidato dalla Gonzales sono confluite 4 formazioni sindacali (Nuova Informazione, Movimento Liberi Giornalisti, Impegno sindacale e Senza bavaglio). Abruzzo aveva raccolto invece sotto il nome di Movimento Giornalisti per la Costituzione tre formazioni sindacali: Stampa democratica, Quarto potere e Tribuna Stampa. Non è bastato, la Gonzales è il nuovo Presidente. Lasciatemelo dire: era ora!

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