Chi misura l’effetto dei salari detassati?

Iniziano a fioccare in Rete le analisi sulla detassazione degli staordinari. Questa è la sintesi di un articolo di Maria Cecilia Guerra su Lavoce.info dal titolo “L’Irpef senza straordinari“:

L’agevolazione fiscale persegue finalità che si prestano a non poche obiezioni, dà risultati iniqui, contrasta con principi cardine del sistema d’imposizione personale del reddito, risponde solo parzialmente a un possibile effetto di inefficienza che riguarda una parte esigua dei soggetti coinvolti e favorisce fenomeni elusivi.

Ragioni queste che fanno dire a Vincenzo Visco, in una lettera a noiseFromAmeriKa, dove cita il Libro Bianco sulle imposte sul reddito e il sostegno alle famiglie, di essere per la prima volta in sintonia con la CGIL. Sullo stesso tema si erano espressi anche Matteo Richiardi, sempre su Lavoce.info con l’articolo “Contro la detassazione degli straordinari“, e Alberto Luisiani (su noiseFromAmeriKa con “Oppressione fiscale e detassazione degli straordinari“) secondo il quale i legislatori italiani sono “profondamente stupidi e producono mostri“. Tutte motivazioni tecniche che vanno in direzione opposta rispetto alle scelte del Governo.

Al di là di una valutazione di dettaglio sull’equità relativa ai fattori secondari (assegni familiari ecc.) è evidente che la detassazione non può che avere natura sperimentale: se riguarda i salari di produttività, ovvero le componenti variabili o meritocratiche, come si potrà capire se la produttività con simili accorgimenti sale realmente o se si tratta soltanto di un espediente per fare spendere di meno l’imprenditore e offrire di più al lavoratore creando anomalie sistemiche nella gestione del costo del lavoro?

Update: qui trovate invece i pareri (articoli in PDF) favorevoli di Carlo Dell’Aringa e Michele Tiraboschi. Contrari, invece, sono Pietro Garibaldi e Tito Boeri.

Il fattore C e lo stipendio

C come Creatività. Ha una correlazione diretta con l’incremento dei valori in busta paga. Lo hanno calcolato, per il mercato USA, Todd Gabe, Kristen Colby e Kathleen Bell, nella ricerca “The Effects of Workforce Creativity on Earnings in U.S. Countries” (.pdf).

Là dove è più elevata la diffusione della classe creativa i salari sono anche più alti.

Buste paga online

Visto che è sempre più leggera tanto vale farla diventare digitale. La busta paga potrà essere consegnata attraverso la posta elettronica. Finora questo accadeva nella Pubblica Amministrazione (non in tutte, ovviamente) – un cliente mi raccontò, tempo fa, che il giorno in cui i dipendenti di una Regione usavano di più la rete Internet era il 28 del mese, quando il cedolino in formato .PDF compariva sulla intranet dell’Ente) – ma dopo la risposta del Ministero del Lavoro a un’interpellanza, anche il settore privato potrà avvalersi dello stesso sistema. I dettagli qui.

Nuovi stimoli per gli hacker, ovviamente.

La busta paga del Co.co.pro

Fate bene i conti. Se a prima vista le cifre appaiono in un modo, è meglio guardare tutte le voci prima di accettare contratti a progetto. I valori escludono TFR [che per i lavoratori dipendenti è pari al 7,41% della retribuzione non corrisposta a titolo occasionale], malattia pagata, ferie o permessi retribuiti (potendo gestire in autonomia i progetti), mensilità extra, bonus, premi, benefit. Questo esempio è riportato sull’ultima Guida di Job 24Trovare Lavoro nell’era della flessibilità“.

La busta paga del Co.co.pro

Inail e Irpef sono a carico del collaboratore per la quota di 1/3 (all’azienda spettano i due terzi). Nell’esempio si calcola un coniuge a carico e un figlio (in caso contrario si tolgono dal netto questi valori). In altre parole, un giovane di buone speranze a cui si offrono 2.500 euro lordi al mese intascherà 1.770 euro netti. Per 2.000 euro ne vedrà al netto circa 1.400, per una proposta di 1.500, ne guadagnerà circa 1.090. Questo varrà finché non verranno alzate le aliquote previdenziali, che il ministro Damiano ha già detto di voler portare al 27%.

P.S. Personalmente suggerisco di usare al Tabella anche al contrario per capire, dato un determinato lavoro e quanto si desidera guadagnare [visti anche gli svantaggi su maternità, malattia, congedo parentale e TFR, che in qualche modo si deve far pagare come rischio al datore di lavoro], quale valore lordo minimo si è disposti ad accettare. Co.co.pro non significa essere fessi. Fate bene i calcoli.

P.S. Per chi ha una partita IVA, invece, suggerisco questa metodologia per affrontare il problema dei costi (= quanto chiedere). Dal punto di vista del rapporto lordo/netto, invece, si tenga presente che l’aliquota previdenziale per Inps 2 del 23% viene pagata interamente dal collaboratore e, in aggiunta, si deve calcolare l’Irap sul reddito complessivo.

Le retribuzioni degli italiani

È uscito l’VIII Rapporto sulle Retribuzioni degli italiani realizzato una volta all’anno da OD&M Consulting. Oggi Il Sole 24 Ore ha sviluppato un ampio e dettagliato servizio dal titolo “Lo stipendio cresce, ma poco” [Fonte file: Rassegna stampa Borsa Lavoro Lombardia]. Questo, invece, è il comunicato della società. Di seguito riporto alcuni dei dati più significativi.

Valori assoluti e i trend di crescita degli stipendi dei lavoratori dipendenti in Italia
[RTA = Retribuzione Totale Annua Lorda]

RTA 2006
[Fonte OD&M Consulting – VIII Rapporto sulle Retribuzioni degli italiani 2007]

La crescita delle retribuzioni in termini percentuali
e il confronto con l’inflazione

Andamento della Retribuzione degli italiani 2007
[Fonte OD&M Consulting – VIII Rapporto sulle Retribuzioni degli italiani 2007]

P.S. Update 22.02. Anche La Repubblica ha dedicato oggi una pagina al Rapporto Retribuzioni.

Dirigenti, estero ed escamotage

Ieri in due incontri diversi di lavoro ho avuto notizia di due fenomeni interessanti che riguardano i dirigenti italiani. Per certi versi non c’entrano nulla l’uno con l’altro, ma mi ha incuriosito la concomitanza delle discussioni che vertevano entrambe sul fatto che l’Estero può diventare un terreno di conquista per innestare simpatiche “camuffe” da parte dei dirigenti.

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