Armatevi o partite! Ok, e voi che fate?

Dopo Pier Luigi Celli che invita le giovani generazioni a mollare il Paese per trovare fortuna altrove è la volta di Pierluigi Battista che invita alla rivoluzione.

Sarà che non ho mai ascoltato molto i consigli di mio padre e che credo di avere (forse) un’età in cui non posso dire di essere fuori dalla “giovane generazione”, ma neppure di essere iscritto in quella dove si trova una posizione stabile, provando di conseguenza la continua sensazione di essere stato sfruttato negli ultimi anni, i migliori, che vanno dai 25 ai 35, per fare la fortuna altrui; sarà che trovo la retorica la peggiore maledizione dell’Italia…

Ebbene, a me questo testo di Battista – dall’originalissimo titolo di “Non è un Paese per giovani” (Style, Gen-Feb 2010) –  ha fatto un po’ roteare gli zebedei. Scrive così la nota penna del Corriere della Sera:

pierluigi battista rivoluzione

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Gli amici degli amici

La questione del merito e del talento stanno entrando nella campagna elettorale. Casini, per esempio, o Veltroni ne hanno fatto un cavallo di battaglia usando i soliti generalismi validi per tutte le stagioni: “Va premiato il merito…“, “I migliori devono emergere…“, “Dobbiamo evitare che i cervelli fuggano all’estero…” [a proposito, in bocca al lupo a Giulio Marini] e avanti con la solita fuffa. Non è difficile leggere la volontà di cavalcare il malcontento individuale di molti lavoratori, studenti, ricercatori che non vedono riconosciute le proprie qualità.

Trasposto sul piano del mercato del lavoro e della mobilità significa passaparola, raccomandazioni e via andare, un argomento sul quale si ritorna periodicamente ogni tre mesi. (Per esempio oggi W. Passerini con “Troppe spintarelle per trovare un posto“).

Rovesciamo la logica con cui si affronta il tema, per una buona volta. Nessuno ha voglia di rispondere a una semplice domanda: “Ma chi dovrebbe giudicarli questi talenti? Chi è in grado? Siamo veramente capaci di capire chi ha valore?“. Se ci si affida alla raccomandazione, se i migliori scappano, se restano in un angolo ecc. significa che in qualità di selezionatori siamo degli incapaci. Caproni che esercitano soltanto un potere vuoto. Siamo noi che non ci esponiano al rischio e che dovremmo andare all’estero a formarci su come valutare al meglio le persone.

Onde evitare generalismi, l’ultima volta che hai selezionato una persona, che criterio hai usato (sì dico proprio a te)?

Talenti, persone che fanno la differenza

[Questo è anche il titolo del prossimo Congresso di AIDP a Cervia, il 25-26 maggio 2007. Per sottolineare l’importanza del tema – al quale  anche noi di Humanitech.it teniamo molto – abbiamo pensato una seconda striscia che conclude la presentazione dei personaggi che affiancheranno il valente Papiny, ovvero la segretaria Uffy e il giovane Flokr]

Manager Papiny - Striscia # 1

Offrire formazione o pagare di più?

C’è qualcosa che conta più del denaro, ovviamante per chi una buona retribuzione probabilmente già ce l’ha. Per i cosiddetti talenti, soggetti ad alto potenziale, capaci di fare la differenza all’interno di un’organizzazione, la crescita personale conta più del compenso. Beneficiare di politche formative che aumentino il proprio potenziale è un benefit ad alto gradimento.

L’intuizione è corretta. Se si ritiene di possedere un alto valore, ciò che conta è mantenerlo rispetto alle necessità del mercato o allo sviluppo della conoscenza. Tecnicamente si chiama employability, in italiano “occupabilità”. Tradotto vuol dire avere sempre un gettone in tasca da spendere per una chiamata verso una destinazione lavorativa diversa e magari migliore. E questa opportunità cresce con l’aumentare della conoscenza e delle competenze individuali.

Non sorprende dunque il fatto che chi possiede una marcia in più abbia capito anche che conta sempre guardare avanti e non soltanto guadagnare una posizione di rendita. Robert Half Executive Search ha posto a 2.400 direttori del personale in Europa una domanda su questa materia (“Quali strumenti utilizza la sua azienda per fidelizzare i collaboratori di talento?“). Ecco le risposte:

Italia Media internazionale*
Opportunità di formazione 64% 73%
Adeguamenti salariali e incentivi economici 32% 52%
Coinvolgimento nei processi decisionali aziendali 26% 13%
Forte cultura aziendale 21% 27%
Programmi di sviluppo carriera 14% 37%
Eventi di team building 5% 26%
Vacanze extra 0% 16%
Altro 4% 5%

Fonte: Robert Half Finance & Accounting 2007 – Possibile più di una risposta. (*) Paesi di provenienza del campione: Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Irlanda, Repubblica Ceca, Australia, Nuova Zelanda.