Estrai un lavoro dal cappello

Sembra che l’unico modo per attrarre le persone verso le agenzie di lavoro temporaneo sia quello di metterla sul ridere. Già Infojobs Italia (che non è un’agenzia di lavoro temporaneo, ma pubblica annunci) al May Day aveva provato a rinforzare il proprio brand con i “Gratta e vinci (un’occupazione)”, giocando sul fatto che a molti giovani si offre prevalentemente lavoro a termine o a basso contenuto professionale. Ora arrivano anche gli spot.

 

Partecipazione e produttività

Scrive oggi Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera che le due vie per migliorare il reddito medio pro capite di un Paese sono l’aumento della partecipazione al lavoro oppure l’aumento della produttività. Meglio se tutte e due insieme. Vero. E che i progressi della Spagna si devono in gran parte alla crescita del lavoro a tempo determinato. Aggiunge poi:

“Un posto stabile è senza dubbio meglio di uno a tempo determinato e l’insicurezza dei lavori precari è certamente all’origine di molti guai delle nostre società, ad esempio il fatto che i giovani attendono a lungo prima di formare una famiglia e non nascono più bambini. Ma la soluzione non può essere l’eliminazione dei lavori a tempo determinato. Non può esserlo perché l’alternativa a un lavoro precario è nessun lavoro, non un lavoro stabile”.

A parte che c’è anche il lavoro nero dalle nostre parti e che in Spagna hanno avuto l’intelligenza di riconoscere molto nettamente i margini del lavoro autonomo, dedicandogli addirittura uno Statuto specifico (che anche da noi sarebbe utile per fare luce su tutto il cosiddetto grigio che ci portiamo dietro dai tempi delle Co.Co.Co), e la sensibilità di puntare sulle pari opportunità (si veda quanto approvato in Parlamento ieri!), non credo sia sufficiente risolvere la questione così:

“La soluzione è la mobilità. I giovani, e non solo loro, sempre più troveranno posti precari: il problema è come aiutarli ad uscire dal circolo vizioso del precariato. Questo richiede mobilità sociale, cioè meritocrazia e buone scuole”.

Non avendo avuto successo la precedente provocazione sui licenziamenti facili, subito controbattuta da Tiziano Treu sulle colonne del Corriere della Sera, oggi Giavazzi sostiene che la mobilità sia incardinata in primo luogo all’intelligenza del singolo, magari formata presso le scuole dell’obbligo e le Università. Non più libertà di mobilitare, ma mobilità dei più liberi.

A questa posizione è semplice contrapporre i dati più recenti sulle retribuzioni o l’occupazione dei (neo)laureati: si vedano l’ultimo rapporto di Almalaurea o le analisi del sistema Excelsior di Unioncamere degli ultimi 10 anni sulla domanda delle imprese che cercano più diplomati che altro. Due indizi che lasciano pensare che siano più problematici il sistema d’impresa e la cultura dell’impiego delle intelligenze sul mercato rispetto al nostro sistema formativo. Ricordo un dato su tutti, tratto dalle indagini Istat sui laureati in Ingegneria: il 14,7% degli imprenditori che li assume non li impiega come laureati, ma in base alle loro conoscenze da diplomati.

Lavoro è temporaneo il business no

Un paradosso dei tempi moderni.

L’industria che si occupa di lavoro temporaneo viene definita dagli addetti ai lavori Staffing Industry. Nel suo complesso non si occupa soltanto di lavoro a termine, ma anche di molto altro come la selezione, lo staff leasing e in alcuni casi, per le attività di fascia alta, di head hunting ecc. Stando alla più recente indagine su questo mercato (The Globalization of the Temporary Staffing Industry), condotta dalla School of Environment and Development dell’Università di Manchester, il business delle prime 20 società al mondo è ampiamente decollato e tutt’altro che temporaneo.

Questo il loro peso a livello mondiale al termine del 2005.

Gruppo Origine Fatturato (Milioni di dollari)
Adecco CH 22.732,00
Manpower US 16.080,40
Vedior NL 8.125,80
Randstad NL 7.873,80
Kelly Services US 5.289,83
Crystal JP 5.100,00
Allegis Group US 4.382,43
United Services Group NL 3.544,70
Robert Half US 3.338,44
Hays UK 2.981,82
Staff Service JP 2.958,00
Volt Information Services US 2.177,62
Spherion US 1.971,67
Tempstaff JP 1.862,10
MPS Group US 1.684,70
Pasona JP 1,680.48
Express Personnel Services US 1.550,00
Hudson Highland US 1.428,27
Labor Ready US 1.236,07
CDI Corp. US 1.133,58

[Fonte: The Globalization of the Temporary Staffing Industry – 2006]

La cultura del posto fisso

Il lavoro temporaneo è un fenomeno molto italiano e in crescita nel nostro Paese. Essenzialmente non piace a chi lo fa e questo ci distingue dal resto dell’Europa. Lo rileva l’Ocse nel recente Rapporto sulle prospettive dell’occupazione. Il commento di Carlo Dell’Aringa:

Pur aumentando il lavoro temporaneo, questo viene “subito” dai lavoratori, soprattutto dai più giovani e non scelto volontariamente, come succede in altri Paesi, dove le opportunità sono sempre tante e a un giovane non interessa avere un lavoro temporaneo se poi è sicuro che una volta finito ne può avere facilmente un altro“.

Questa è l’intervista all’economista.

P.S. È il primo podcast che postiamo su Humanitech!