Vai lontano dal Paese che non ti merita

Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.

Sono le parole pesantissime e senza precedenti di Pier Lugi Celli, pubblicate oggi su La Repubblica e rivolte a suo figlio. Per chi non sapesse: è il direttore generale della Luiss, una delle massime istituzioni universitarie del Paese.

Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all’attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai […] Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico.

Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.

Meritocrazia in villeggiatura

Da dove rinasce “il Sistema Paese tra mentalità imprenditoriale, cultura manageriale e politiche del lavoro?” Ovviamente da un bel villaggio vacanze, in un fantastico week-end fitto di relaxing time.

L’idea è di HR Community, rampante associazione di direttori delle Risorse Umane, che ha organizzato un fantastico meeting sulla Meritocrazia al quale hanno aderito ovviamente moltissimi manager e AD a caccia – poveracci – di qualche raggio di sole e idee per rilanciare la produttività (!).

A che cosa serva poi un “lobbying time” in un posto dove si valorizza il merito resta comunque un mistero.

Leader, merito e italietta

Segnalo l’articolo “Il futuro dei nuovi manager” del bravo caporedattore Giovanni Stringa del Corriere della Sera, che dedica un paginone centrale al tema della leadership in Italia e analizza i dati di una ricerca che presenta domani la Luiss, curata da Pierluigi Celli.

[N.B. Italia Lavoro (=Ministero) non mette l’articolo in Rassegna tra quelli che parlano di lavoro]

Che cosa pensano italiani e dirigenti

Merito e Raccomandazioni
[Fonte: Corriere della Sera, 18 marzo 2008]

Così conclude Stringa: “L’idea di fondo del lavoro di analisi è di lanciare un piano straordinario che insista sul merito e sul ricambio. Non tanto, però, un piano che aggiunga regole su regole, burocrazia e confusione. Ma un progetto che abbia l’obiettivo di ‘slegare’ il sistema nel suo complesso“. Ecco, appunto. Oltre ai dati e alle solite tristi informazioni su quanto conti avere il culo parato, vorremmo leggere quali politiche di contrasto si possono oggi mettere in campo e soprattutto chi le può portare avanti.

E tu che cosa ne pensi? Come favorire il ricambio? Basta il dialogo, servono regole oppure un vaffaday, una lobby di giovani internettari contro vecchi babbioni arroccati alla cadrega, denunce pubbliche dei paraculati (=reverse delurking)? Attendere suggerimenti su che cosa fare da Marini o Montezemolo?

Investire sul futuro

Non è certamente un presidente illuminato e neppure a me gradito, ma la scelta di Dana Perino come nuova portavoce di George W. Bush mi ha proprio sorpreso (positivamente).

Età: 35 anni! Provate a verificare l’età media dei portavoce dei nostri parlamentari, ministri e presidenti o le condizioni di chi opera nei loro uffici stampa (che a malapena hanno strappato una legge per non rimanere in nero)..

È soltanto un dettaglio?