Questo si chiede Roberta Chiti [con il mio supporto per un paio di articoli sul tema] nel Paginone del Corriere delle Comunicazioni (file .PDF 3,2 MB) di questa settimana, dedicato alla saggistica e alla manualistica informatica, dove si trovano voci e opinioni di publisher ed editori, oltre ai numeri ufficiali dell’AIE – Associazione Italiana Editori sull’editoria scientifico-informatica in Italia.
ICT
Italians do i(c)t better
Oggi Enrico Brivio sul Sole 24 Ore illustra i dati di una ricerca IDC-Microsoft sulle comptenze informatiche dei lavoratori italiani comparati a quelli di altri Paesi europei. Il 73% mostra skill di base. Il 44% (dato che ci pone alle spalle soltanto della Svezia) è in grado di usare tecnologie, Internet e sistemi di e-business per migliorare i processi aziendali, mentre il 34% è dotato di competenze avanzate. Il giornale titola “Lavoratori italiani ai livelli degli svedesi”. Bene, bene, bene. Sfido però chiunque a sostenere che il mercato del lavoro, il sistema di Welfare o i percorsi di carriera italiani siano equiparabili a quelli dei Paesi del Nord Europa.
Che cos’è allora che non va dalle nostre parti? Siamo soltanto bravi e belli?
Manager prigionieri dell’ICT
La mobilità tra settori è una grande risorsa per chi lavora e per le stesse imprese perché consente la permeabilità di culture diverse, l’innovazione organizzativa, lo scambio di esperienze. Ma mentre all’estero i manager passano con facilità da un business all’altro [due casi emblematici nell’ICT: Kevin Turner, Coo di Microsoft, è entrato a Redmond dopo 20 anni in Wal-Mart; Laszlo Bock di Google è arrivato da General Electric] da noi i percorsi professionali si svolgono per compartimenti stagni. Carriere fatte in casa e scarsa possibilità di riciclarsi fuori dall’ICT.
Questo è il tema del focus che ho avuto modo di realizzare per il Corriere delle Comunicazioni.
Tre gli approfondimenti: 1) lo scenario generale di mobilità nell’Information Technology, gli aspetti retributivi, il racconto dei direttori delle HR..
Ingegneri e lavoro, appuntamento a Napoli
Si inizia presto sabato 2 dicembre. Ore 9:30 presso il CRIAI (Piazzale E. Fermi 1 Località Porto del Granatello a Portici, NA) si parla di ingegneri, mercato del lavoro in Campania, autonomia e carriere internazionali. L’iniziativa è di INGEGNA, l’Associazione degli Ingegneri napoletani.
Se volete dare una sbirciata ai contenuti, questa è la mia presentazione “Ingegneri, dal Lavoro autonomo alle carriere internazionali” (file .PDF – 2.5 MB).
Ci vediamo a Napoli.
Occupazione IT, chi l’ha Vista?
Oggi Microsoft ha annunciato il rilascio di Windows Vista. Da un’indagine commissionata dal gruppo a IDC per valutare l’impatto economico del fratello maggiore di XP nei Paesi dell’Europa Occidentale, emerge che nel nostro piccolo Paesello nel 2007 il numero di persone occupate nel settore IT che lavoreranno su prodotti o servizi legati a Vista saranno circa 124 mila (il 18% del totale degli occupati).
Fin qui nessuna novità, bisogna dire. Le proporzioni tornano con l’attuale diffusione di tecnologia Microsoft. Poi però si annuncia:
“L’introduzione di Windows Vista creerà in Italia almeno 8.000 posti di lavoro in più nel settore IT nel prossimo anno rispetto al 2006”.
Qui però i conti non tornano. Di recente ho rivisto le stime di Asssinform (vedi grafico sotto). Si parlava di 11.000 nuovi posti in cinque anni (di cui 1.000 nel 2007 nel comparto del software). I casi sono soltanto due, visto che le stime qui sotto sono di un mese fa: 1) Assinform non sa fare di conto; 2) IDC mena il can per l’aia.
[Fonte: “Occupazione e professioni nell’ICT – Rapporto 2006” – DIT/Federcomin/Aitech-Assinform/Asstel]