Manager prigionieri dell’ICT

La mobilità tra settori è una grande risorsa per chi lavora e per le stesse imprese perché consente la permeabilità di culture diverse, l’innovazione organizzativa, lo scambio di esperienze. Ma mentre all’estero i manager passano con facilità da un business all’altro [due casi emblematici nell’ICT: Kevin Turner, Coo di Microsoft, è entrato a Redmond dopo 20 anni in Wal-Mart; Laszlo Bock di Google è arrivato da General Electric] da noi i percorsi professionali si svolgono per compartimenti stagni. Carriere fatte in casa e scarsa possibilità di riciclarsi fuori dall’ICT.

Questo è il tema del focus che ho avuto modo di realizzare per il Corriere delle Comunicazioni.

Tre gli approfondimenti: 1) lo scenario generale di mobilità nell’Information Technology, gli aspetti retributivi, il racconto dei direttori delle HR..  .. di Microsoft ed Engineering e dei responsabili delle business line verticali dedicate all’ICT di Manpower e Adecco; 2) il punto di vista e i consigli di un head hunter; 3) le evidenze della più recente indagine europea sulla mobilità geografica dei lavoratori del Vecchio Continente.

Questi alcuni stralci del servizio, tratti dall’intervista a Massimo Picca, di Russell Reynolds:

I manager mostrano interesse verso la mobilità tra settori?

Sì, moltissimo. Tra i driver di cambiamento c’è il desiderio di cimentarsi con sfide legate a settori differenti. Spesso però si sentono prigionieri di comparti in cui hanno maturato una expertise. Ritengono di poter esprimere ca­pacità e leadership “esportabili” in altri settori, ma si rendono conto che parte del valore che il mercato riconosce loro è legato al settore di appartenenza. È difficilissimo svincolarsi dalla reputazione di conoscitore di elettronica di consumo, telefonia, orologi, profumi. Talvolta c’è addirittura una “aggravante”, ovvero i patti di non concorrenza. I manager vivono situazio­ni paradossali: vogliono cambiare settore ma nessuno li prende perché la loro quotazione di mercato è forte all’interno del proprio settore e quando le opportunità si presentano talvolta sono vincolati contrattualmente!

L’ICT rende prigionieri?

La mia sensazione è che sia un mercato più ristretto di altri.

In generale, la mobilità intersettoriale è positiva?

Sì, ogni volta che si entra in un contesto lavorativo diverso la curva di apprendimento della persona torna a impennarsi. La stessa azienda riceve un benefi­cio enorme nel primo periodo perché importa un punto di vista diverso sui processi. La capacità di stupirsi costringe l’organizzazione a interrogarsi su regole date per scontate.

Per una lettura completa del servizio: Il Paginone del Corriere delle Comunicazioni (.Pdf).

Ultima modifica: 2007-01-15T17:40:41+01:00 Autore: Dario Banfi

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