Segnalo l’interessante caso legato alla denuncia di Luca Mori di Oltrei40.org, che ha deciso di andare fino in fondo in materia di discriminazione dei lavoratori in età adulta negli annunci di lavoro [Cfr. D.Lgs 216/2003]. Ha fatto un esposto alla procura di Milano contro Infojobs.it. Credo – forse mi sbaglio – per iniziare dal portale Internet oggi più in vista… Leggete la vicenda, ben circostanziata e documentata, e passate parola perché il tema e chi lo sta portando avanti meritano un sostegno.
discriminazione
Algoritmi discriminanti
Business Week dedica uno speciale al recruiting online e alle possibili deviazioni discriminanti che derivano da un uso scorretto di strumenti che consentono selezioni con parametri non leciti. Così scrive Kurt Rohn sul popolare newsmagazine:
Technology, and specifically the Internet, have revolutionized recruitment. Recruiters can access millions of job seekers on electronic résumé databases and millions of job seekers can apply online via corporate career sites. Such electronic access broadens the candidate pool, but it can also be used by recruiters to narrow the pool, sometimes with negative or “disparate adverse impact”.
I pericoli di discriminazione sono cioè dietro l’angolo con la tecnologia. Lo ricordano l’Office of the Federal Contract Compliance Programs (OFCCP) e l’Equal Employment Opportunity Commission’s (EEOC) nel Systemic Task Force Report del 2006. Come fare? Basta mettere filtri sul genere o su codici postali relativi, per esempio, a quartieri di grandi città abitati prevalentemente da stranieri per effettuare selezioni scorrette.
Questo impone perciò una grande attenzione alla cosiddetta compliance, al rispetto delle leggi vigenti, nella realizzazione di software e servizi di recruiting diffusi in Rete. Almeno negli USA, dove la commissione di indagine su questo tipo di abusi si è dotata di un action plan degno di 007 telematici.
Genetica e C02
Due comunicazioni aziendali interessanti nel mondo dell’ICT e relative al lavoro dipendente. La prima riguarda IBM che chiede al Congresso USA leggi specifiche contro la discriminazione genetica. Perché?
Oggi, con test genetici disponibili per quasi 1.000 patologie e altre centinaia in fase di sviluppo, i dati genetici personali stanno diventando sempre più comuni. Il non salvaguardare tali informazioni aumenta il rischio potenziale che a un individuo con predisposizione genetica verso una o più patologie venga negata l’assicurazione sanitaria o gli venga addirittura negato un impiego.
Che noia, che barba, che noia..
Dopo la sbornia di feste, il lavoro ricomincia e che cosa c’è di meglio che ricordare tutti i motivi per cui vale la pena lamentarsi? Mentre Federico Pace di Repubblica.it puntualizza le ragioni per cui impiegati e manager non realizzano mai il sogno impossibile di cambiare lavoro [ma a parte i numeri non spiega come mai il mercato sia così immobile], Idraulico Polacco cita una recente indagine di Kelly Services sulla discriminazione in fase di colloquio di lavoro e sul livello di soddisfazione lavorativa nei diversi Paesi del mondo.