Forse non è ancora chiaro a molti, ma le pensioni che ci troveremo in tasca noi 30-40enni saranno una legnata sui denti. Come al solito La Voce.info e la chiarezza di Tito Boeri aiutano a capire perché e che cosa c’entra quella che io chiamo “La tassa generazionale” con la questione della scelta sul TFR.
Si legge nell’articolo:
Per i giovani i tassi di rimpiazzo (ovvero il rapporto tra prima prestazione pensionistica e ultimo salario) delle generazioni che vanno in pensione ora sono irraggiungibili, pur conteggiando trenta o quaranta anni di versamenti al Tfr. Questo perché la pensione pubblica offrirà un rimpiazzo del reddito da lavoro del 35-40 per cento nei casi migliori, contro l’attuale 65-70 per cento. […] Al tempo stesso i giovani sono chiamati a destinare fino a quasi il 50% della propria retribuzione a chi oggi a 57 anni (dopo 35 anni di lavoro) va in pensione. L’aliquota di equilibrio dei lavoratori dipendenti (il contributo che dovrebbe essere pagato per azzerare il deficit dell’Inps) è infatti vicina al 45 per cento. Questo significa che i giovani hanno a disposizione poche risorse da investire in previdenza integrativa. Il Tfr rappresenta per tutte queste ragioni un’opportunità irripetibile. E’ una opzione che va assolutamente esercitata.
Stando ad alcune analisi condotte da Jappelli e Lapadula, citate da Boeri, “un lavoratore su due poi crede che i contributi versati all’Inps alimentino un suo fondo personale cui potrà attingere all’atto del pensionamento”. A me sta cosa non fa molto ridere.
P.S. Ma chi il TFR non lo prende?