Apprendistato e stregonerie del diritto

E’ arrivato il Testo Unico sull’Apprendistato. Potete scaricarlo qui: sono poche paginette, per sistemare una matassa che da almeno 8 anni non si riesce a dipanare. Dovrebbe sistema la questione giovani in Italia. Dicunt. Il testo però non fa altro che ribadire le linee di attuazione finora adottate e introduce novità sull’età, l’inquadramento minimo e poco altro per la verità. C’è poi un tocco geniale nascosto tra le righe: è vietato pagare a cottimo l’apprendista, ma se lo fai ti becchi la salatissima multa di 100 euro :-)

Quello che invece mi sorprende di più è la presenza di due formule antitetiche, nello stesso testo di Legge, una quasi presa per i fondelli, per non dire altro. Si legge:

Art. 1 Definizione. L’apprendistato è un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato all’occupazione dei giovani.

.. e alla fine del Comma 1 dell’Art. 2

Se nessuna delle parti esercita la facoltà di recesso al termine del periodo di formazione il rapporto prosegue come ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

Un contratto a tempo indeterminato se nessuna parte dice diversamente. Geniale vero?

Il Piano Nazionale di Riforme mancate

Prendiamo uno spicchio, quello che interessa questo blog, ovvero il tema del lavoro. Leggendo il Programma Nazionale di Riforma (.PDF) si trovano tutte le conferme sull’incapacità di programmare un’incisiva azione di governo del Paese.

Due le soluzioni per il mondo del lavoro e risollevare le sorti dei giovani, proposte da Sacconi: dare corpo allo Statuto dei Lavori, completare la riforma dell’apprendistato. Mentre per quest’ultimo sono oramai 8 anni che ci proviamo e siamo arrivati a una vera Babele legislativa che interseca fattispecie di apprendistato con Leggi regionali di tutte le Regioni e i Contratti Nazionali di Categoria (immaginate una matrice con queste variabili: 3 contratti, 20 Regioni, [n] CCNL e capirete il caos…) e blocca ogni efficacia all’istituto contrattuale, per lo Statuto dei Lavori siamo alle solite: si promettono nuove protezioni universali, ma per chi ha un lavoro dipendente o è un Co.co.pro. Insomma, se anche (e ne dubito) si dovesse tra sei anni – per essere ottimisti – arrivare a qualche punto fermo, si tratterebbe di “universalità dei diritti” a metà e nella zona d’ombra, che riguarda gli esclusi, ci saranno ancora una volta i freelance.

In altre parole navighiamo come al solito a vista, con tanta carta (162 pagine) e zero fatti. Ciò che preoccupa è che i fatti sono anche quelli futuri, non soltanto quelli passati e subito dimenticati.

Apprendistato e Scuola, chiusa parentesi sulla Riforma Moratti

È triste assistere alle situazioni in cui l’intervento politico di un cosiddetto riformatore sia soltanto una breve parentesi. È il caso di Letizia Moratti, oggi sindaco di Milano, ex Ministro dell’Istruzione, la cui riforma della Scuola non ha trovato compimento nelle parti relative all’alternanza scuola-lavoro. La mancata applicazione dell’apprendistato professionalizzante per gli studenti dai 15 ai 18 anni riporta al vecchio statuto definito da Tiziano Treu, ex Ministro del Lavoro e oggi Presidente della Commissione Lavoro al Senato.