Prendiamo uno spicchio, quello che interessa questo blog, ovvero il tema del lavoro. Leggendo il Programma Nazionale di Riforma (.PDF) si trovano tutte le conferme sull’incapacità di programmare un’incisiva azione di governo del Paese.
Due le soluzioni per il mondo del lavoro e risollevare le sorti dei giovani, proposte da Sacconi: dare corpo allo Statuto dei Lavori, completare la riforma dell’apprendistato. Mentre per quest’ultimo sono oramai 8 anni che ci proviamo e siamo arrivati a una vera Babele legislativa che interseca fattispecie di apprendistato con Leggi regionali di tutte le Regioni e i Contratti Nazionali di Categoria (immaginate una matrice con queste variabili: 3 contratti, 20 Regioni, [n] CCNL e capirete il caos…) e blocca ogni efficacia all’istituto contrattuale, per lo Statuto dei Lavori siamo alle solite: si promettono nuove protezioni universali, ma per chi ha un lavoro dipendente o è un Co.co.pro. Insomma, se anche (e ne dubito) si dovesse tra sei anni – per essere ottimisti – arrivare a qualche punto fermo, si tratterebbe di “universalità dei diritti” a metà e nella zona d’ombra, che riguarda gli esclusi, ci saranno ancora una volta i freelance.
In altre parole navighiamo come al solito a vista, con tanta carta (162 pagine) e zero fatti. Ciò che preoccupa è che i fatti sono anche quelli futuri, non soltanto quelli passati e subito dimenticati.