Reddito minimo di cittadinanza

La follia imperversa. L’ultima genialata del sindaco di Milano (che vuole imitare i leghisti di Cittadella) pare essere quella di non volere concedere la residenza agli extracomunitari che non hanno un reddito minimo.

Ora il tema del reddito minimo di cittadinanza è una cosa seria. Non capisco come nessun politico (di sinistra, soprattutto) sollevi almeno due obiezioni: 1) è esattamente con termini inversi che va posta la questione: dovrebbe essere garantito a chi non lo ha, non tanto diventare condizione per essere cittadini; 2) se tiriamo in ballo il reddito minimo, allora dovremmo parlare anche di salari minimi nei contratti di lavoro. No?

P.S. A pensarci bene, comprendo come nessuno sollevi obiezioni. Nella comprensione comune, il welfare non è “dei cittadini”, bensì “dei lavoratori”. Questo modo di concepire le basi del problema è forse più radicato a sinistra che nella cultura discriminatoria dei sindaci leghisti e affini.

Apprendistato e Scuola, chiusa parentesi sulla Riforma Moratti

È triste assistere alle situazioni in cui l’intervento politico di un cosiddetto riformatore sia soltanto una breve parentesi. È il caso di Letizia Moratti, oggi sindaco di Milano, ex Ministro dell’Istruzione, la cui riforma della Scuola non ha trovato compimento nelle parti relative all’alternanza scuola-lavoro. La mancata applicazione dell’apprendistato professionalizzante per gli studenti dai 15 ai 18 anni riporta al vecchio statuto definito da Tiziano Treu, ex Ministro del Lavoro e oggi Presidente della Commissione Lavoro al Senato.