Io imprendo

Le motivazioni alla base della creazione di una nuova impresa nel 2010

motivazioni imprenditoria

Fonte: Unioncamere. Qui il Comunicato Stampa completo con tutti i dati.

P.S. Interessante il fatto che lo stesso giorno in cui Istat ci dice che un giovane su 4 è disoccupato nel nostro Paese, Unioncamere invece comunichi che un’impresa su quattro nata nel 2010 sia stata creata da giovani.

Granito, intemperie e stage per laureati

Del Rapporto 2009 “Domanda di Lavoro e Retribuzioni nelle Imprese Italiane“, prodotto da Unioncamere e OD&M Consulting e presentato giovedì scorso, si è sentito poco parlare sui media (forse per la scomoda contestazione che Banca d’Italia ha rivolto al metodo di analisi di OD&M). Eppure lo studio è piuttosto ricco di spunti tecnici e di riflessione. In particolare sulla questione dei giovani.

Come ha sostenuto il professor Dell’Aringa il Rapporto scatta una fotografia semplice dell’Italia, costituita da un blocco granitico di soggetti protetti dalle intemperie, comprese quelle salariali, ma con stipendi piatti, e un insieme frammentato di atipici, oggi nell’occhio del ciclone. Il “modello sociale italiano” ripaga i primi, protegge le famiglie, senza spingere i consumi, ma non risponde per nulla alle difficoltà dei secondi: cosa positiva e negativa insieme, perché da una parte garantisce la flessibilità del sistema imprenditoriale e la tenuta generale dei salari del lavoro dipendente, ma dall’altra usa come cuscinetto chi lavora sotto il cappello del lavoro a termine. Nessuno pare volere cambiare tutto questo, dice Dell’Aringa. I cambiamenti sono impercettibili ogni volta. La domanda si sposta verso figure high skilled, dice Unioncamere, ma non troppo, direi io. Gli stipendi, invece, migliorano nel tempo se si hanno titoli scolastici più elevati (+180% per gli over 50 anni rispetto a chi entra ora nel mercato). Istat però non dice la stessa cosa secondo Rosolia di Banca d’Italia. Provocatoria la sua lettura del tema dei giovani: “Come è possibile che un laureato sia meno pagato di un diplomato se alla fine un diploma ce l’ha anche lui?” E ancora: “Come mai è impiegato così male? Lo formano male o le imprese non sanno come adoperare la sua conoscenza in eccesso?

Questi alcuni dati proposti da Domenico Mauriello di Unioncamere sulle classi retributive (RTA lorde medie) per età e titolo di studio. Credo possano interessare a molti:

RTA per ETA e STUDI

Mario Vavassori di OD&M Consulting invece puntualizza alcuni elementi relativi alle giovani risorse. Ecco i dati raccolti insieme ad AIDP relativi alle proposte di primo contratto fatte (in % a seconda del titolo di studio) dalle imprese. Che cosa commentare, se non “che schifo di Paese!“?

proposta_contratto

Piatto e piange

Così è il mercato delle Retribuzioni in Italia per il lavoro dipendente. Ne parla la ricerca presentata oggi da Unioncamere e OD&M Consulting “Domanda di Lavoro e Retribuzioni nelle Imprese Italiane“. Dieci milioni di italiani (su circa 15 mln) che lavorano in imprese private percepiscono stipendi che oscillano in media tra 21.800 e 22.800 euro lordi. Suddividendo le tipologie professionali in 8 categorie, questo è il grafico che mostra l’Italia senza più Appennini né Alpi.

Le retribuzioni degli Italiani - 2007 - OD&M Unioncamere