Limoni della Gestione Separata: aliquota +1%!

Era già successo nel 2007 con lo scalone: per foraggiare un’operazione riservata ai lavoratori alle dipendenze furono innalzate le aliquote contributive delle partite IVA. Ecco di nuovo la sconcezza inserita nel maxiemendamento (.PDF), all’articolo Art. 4-noviesdecies, comma 1: per finanziare le agevolazioni concesse agli apprendisti, su di un altro punto percentuale la quota da pagare per le pensioni dei freelance! Il bello è che a fronte di questa crescita dei costi del lavoro non c’è alcun ritorno per i lavoratori professionali autonomi. Un po’ come l’idea messa in pratica dal 2008 di prendere soldi dalla fiscalità generale (tasse che pagano tutti) per finanziare la CIG in deroga, alla quale cui gli autonomi non hanno diritto. Con il plauso di tutti, sindacati compresi. Ecco il testo del Maxiemendamento:

Al fine di promuovere l’occupazione giovanile, a decorrere dal 1° gennaio 2012, per i contratti di apprendistato stipulati successivamente alla medesima data ed entro il 31 dicembre 2016, è riconosciuto ai datori di lavoro, che occupano alle dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove, uno sgravio contributivo del 100 per cento con riferimento alla contribuzione dovuta ai sensi dell’articolo 1, comma 773, quinto periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 per i periodi contributivi maturati nei primi tre anni di contratto, restando fermo il livello di aliquota del 10 per cento per i periodi contributivi maturati negli anni di contratto successivi al terzo. Con effetto dal 1° gennaio 2012 l’aliquota contributiva pensionistica per gli iscritti alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e la relativa aliquota contributiva per il computo delle prestazioni pensionistiche sono aumentate di un punto percentuale.

Sì insomma, sono caduti insieme a tutto il Governo, ma che se ne andassero davvero a quel Paese.

Si sta come d’inverno

Quando dico agli amici di ACTA che rispetto ai soldi messi in cassa, la Gestione Separata INPS in confronto a quella (sempre “Separata”) dei Giornalisti è come la Svizzera, devo ripararmi velocemente dal fuoco incrociato di male parole.

In realtà, sul fronte dello Stato Sociale, siamo davvero messi con le pezze al c**o noi giornalisti freelance. La riprova viene dalla decisione del Ministero del Lavoro e dell’Economia di respingere la proposta di esentare dal pagamento della previdenza chi ha redditi inferiori a 3.000 euro. Per la Gestione Separata INPS il tetto minimo è di 5.000 euro.

Un giornalista che guadagna anche pochi euro all’anno, deve dare comunque la sua quota alla Gestione Separata dell’INPGI. In cambio di che cosa? Ovviamente nulla, nessun servizio di assistenza è previsto per i giornalisti indipendenti. E si legge in dichiarazioni ufficiali, che l’Istituto è “in avanzo nonostante la crisi”. Ci credo non eroga servizi.

Riforma fiscale e aliquote INPS per Partite IVA, il ministro Sacconi mi risponde via Twitter

Questa mattina accendo il computer e trovo una risposta del ministro Sacconi per me, mandata via Twitter. Grande cortesia, devo dire. Vi riporto la corrispondenza in corso. Ora spero replichi alla mia richiesta di capire di più sulle sorti delle partite IVA.

Dario Banfi e Maurizio Sacconi via Twitter

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Una riforma in 5 punti per le Partite IVA

Ancora Di Vico (Corriere della Sera) sulle Partite IVA, con un pezzo veramente ben centrato sulle problematiche dei lavoratori autonomi: “Tutele e contratti: come riformare le Partite IVA“. A margine il Corriere pubblica oggi anche un’intervista a Lupoi di Colap: “La pensione? Per i giovani sarà meno di quella sociale“.

Questi i cinque punti identificati dal quotidiano per migliorare la condizione lavorativa di chi oggi opera in regime di autonomia sul mercato:

Riforma delle Partite IVA - Corriere della Sera

Governo, se ci sei batti un colpo!