La nostra Repubblica degli stagisti, come l’ha chiamata Eleonora Voltolina, finalmente introduce delle modifiche allo statuto che regola i tirocini formativi. Le revisioni (DDL 2887/2011) in corso alla Manovra Finanziaria (DL 138/2011) non toccano quanto stabilito del Decreto Legge del 13 agosto e che sostiene (art. 11):
[…] Fatta eccezione per i disabili, gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti e i condannati ammessi a misure alternative di detenzione, i tirocini formativi e di orientamento non curriculari non possono avere una durata superiore a sei mesi, proroghe comprese, e possono essere promossi unicamente a favore di neo-diplomati o neo-laureati entro e non oltre dodici mesi dal conseguimento dei relativo titolo di studio.
Che significa basta con lo sfruttamento selvaggio: questo sarà limitato al primo anno di ingresso nel mercato del lavoro :-)
La Regione Toscana è contraria alla modifica, non tanto nel contenuto, ma nella formula: dovrebbe spettare agli Enti locali la regolazione di queste forma mista di formazione/lavoro. E visto che aveva in cantiere un proprio disegno di legge regionale farà ricorso alla Corte Costituzionale in merito all’attribuzione delle competenze regolative.
Per Alessandro De Nicola, presidente della Adam Smith Society, le ragioni per opporsi al cambiamento sono invece altre, come scrive sul Sole 24 Ore:
Il tutto viene giustificato con lo slogan «bisogna stanare gli sfruttatori di stagisti»: ma che significa? Che “stanando” gli sfruttatori appariranno gli angeli del posto fisso? Beato chi ci crede.
Ammirevole la replica compassata di Eleonora Voltolina (io l’avrei mandato semplicemente a quel paese), che condivido:
Le aziende hanno avuto, hanno e avranno sempre bisogno di giovani. Limitando il bacino dei potenziali stagisti non si limita la possibilità per i giovani di trovare un lavoro: perché l’agenzia pubblicitaria avrà sempre lo spot da consegnare entro la prossima settimana, la casa editrice le bozze da mandare in tipografia alla fine del mese, l’agenzia di consulenza la consegna urgente del report, e il reparto marketing della multinazionale dovrà presentare il business plan per la riunione semestrale.
Concordo con Eleonora: il mercato del lavoro giovanile, drogato dalla gratuità e da stage fasulli, deve trovare un freno. L’idea di limitare lo stage al primo anno post studi non mi pare del tutto errata. Vediamo. Il problema permane, invece, su quanto potrebbe avvenire dopo, o in sostituzione agli stage, e che con buona probabilità potrebbe essere l’impiego dei contratti di apprendistato, sui quali però abbiamo molte perplessità.
L’idea del limite temporale in verità non mi convince del tutto, perché continuo a considerare il tirocinio un’azione formativa più che una politica attiva del lavoro, soprattutto in ragione delle caratteristiche e dei limiti dei nostri sistemi di istruzione (università compresa) e soprattutto della debolezza del sistema di formazione professionale nei confronti dei processi di innovazione tecnologica e organizzativa. Se pensiamo alle transizioni lunghe verso il lavoro e alla presenza di soggetti svantaggiati nel nostro mercato del lavoro rischiamo di precludere per sempre una delle più efficaci modalità di socializzare i contesti di lavoro e di sviluppare competenze professionali, marginalizzando coloro che non hanno reti di inserimento professionale efficaci.
M.
Bell’articolo, condividiamo al 100% le parole di Eleonora!
Il decreto legge ha moltissime lacune, ma valutando solo quello che dice è la direzione giusta, secondo noi…
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Che gli stage andassero normati e che nell’Italia dei furbi molte aziende hanno ballato nel manico è verità incontestabile.
E’ altrettanto vero che se le opportunità per i giovani sono pochissime con questa norma le aziende non faranno che diminuire enormemente le possibilità di assuzione (al termine di un tirocinio) e ad ogni modo produrrà l’effetto che un’assunzione diretta andrà a favore di chi ha più esperienza.
Ovvio e banale.
Se sono d’accordo con il restringimento temporale, mi trovo in assoluto disaccordo con una manovra di fatto miope e che va ancora contro i giovani.
Non si capisce di che si possa gioire con un testo del genere…
Alessanro, Eleonora lo dice benissimo! Non è che le aziende da oggi faranno a meno degli stagisti, semplicemente dovranno trovare altri modi per sfruttare i giovani… E anche se al posto di due stage si attivasse anche solo un contratto di apprendistato sarebbe una vittoria non da poco.
Non capisco quando dici: “E’ altrettanto vero che se le opportunità per i giovani sono pochissime con questa norma le aziende non faranno che diminuire enormemente le possibilità di assuzione (al termine di un tirocinio) e ad ogni modo produrrà l’effetto che un’assunzione diretta andrà a favore di chi ha più esperienza.” cioè? se un’azienda ha bisogno non potendo rinnovare lo stage andrà a cercare un altro stagista? (cosa sempre più ardua) oppure assumerà qualcuno con più esperienza? (e perché mai visto che ha potuto formare qualcuno a quel lavoro quasi (o del tutto) gratuitamente?
Mi rendo conto che la manovra sugli stage possa portare col tempo a dei benefici, purtroppo il sottoscritto è uno di quelli che rimarranno fregati.
Mi sono laureato a dicembre scorso e da febbraio sono impegnato in uno stage (pagato anche abbastanza bene…) ho già il rinnovo in tasca ma purtroppo non potrà essere effettuato in quanto la scadenza è prevista per metà settembre…..
Ora, o trovo qualcos’altro prima di dicembre oppure….
Chi vivrà vedrà
Max
Il vero punto della norma che non è possibile condividere è quello in cui si indica che gli stage “possono essere promossi unicamente a favore di neo-diplomati o neo-laureati entro e non oltre dodici mesi dal conseguimento dei relativo titolo di studio”. Ciò significa che chi si è laureato per da più di un anno e per nell’anno post-laurea non ha trovato uno stage (cosa estremamente possibile, vi assicuro che non è così semplice trovarlo) o è partito per un’esperienza all’estero (che fa comunque curriculum)NON potrà più attivare uno stage. E secondo voi le aziende lo assumeranno direttamente con un contratto a progetto senza nemmeno un minimo di esperienza? Io non credo per nulla. quel ragazzo si troverà costretto a cercare lavoro in un call-center o in un supermercato buttando via una laurea e mediamente cinque anni della sua vita… Bella riforma si si..
Non sono il solo ad essere perplesso sulla intransigenza della nuova regolamentazione. Lo segnala anche Lavoce.info.
Maurizio
Il Ministero del lavoro chiarisce: i limiti temporali agli stage si applicano a quelli formativi e di orientamento, non a quelli per l’inserimento/reinserimento lavorativo.
M.
Concordo con Maurizio, non ci sono limiti al reinserimento. Ecco perchè dopo 2 stage, sto per andare al centro per l’impiego, chiedere il certificato di disoccupazione e ricominciare con un altro stage.