DDL Ichino sulla contribuzione degli autonomi

In direzione opposta a quella dell’ex ministro del Lavoro Cesare Damiamo, ecco il testo del Disegno di Legge presentato da Pietro Ichino dal titolo “Riforma del sistema pensionistico per i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata“. A una prima lettura appare più che ragionevole, proponendo una sistemazione di alcuni buchi neri della legislazione in materia di contribuzione complementare, totalizzazione e aliquote.

Il disegno di legge del PD sul precariato

Ne ha parlato ieri Walter Veltroni a Porta a Porta, senza però illustrane i dettagli. Il Disegno di Legge s’intitola “Un lavoro stabile, sicuro e di qualità. Misure per il contrasto alla precarietà del lavoro” e si struttura in 29 articoli.

Punta – nella prima parte – sull’apprendimento permanente (lifelong learning) con crediti d’imposta sugli investimenti in formazione; sulle tutele sindacali e da licenziamanto prima del termine per i Co.co.pro; su revisione e omogeneizzazione dell’apprendistato e modifica del contratto di inserimento; sull’invecchiamento attivo (abolizione del divieto di cumulo per pensioni da lavoro autonomo e dipendente e crediti per formazione anche per ultracinquantenni!).

Il disegno di legge – nella seconda parte (capo IV) – parla espressamente di ESTENSIONE DELLE TUTELE NEL MERCATO DEL LAVORO. Si legga bene (sì, leggete più volte):

[..] graduale estensione ed uniformazione dei trattamenti di disoccupazione in funzione dell’istituzione di uno strumento unico su base universalistica, indirizzato al sostegno del reddito e al reinserimento lavorativo di tutti i soggetti disoccupati, indipendentemente dalla causa di disoccupazione e senza distinzione di qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa, tipologia di contratti di lavoro.

In cambio sarà obbligatorio seguire percorsi controllati dai Centri Pubblici per l’Impiego per la riqualificazione professionale. Il coordinamento INPS-Cpi sarà affidato a uno Sportello Unico presso il quale il disoccupato sottoscriverà un contratto in cui si impegna a cercare lavoro (“Contratto di ricerca di occupazione”). Per questa operazione lo Stato investirà sui Centri Pubblici per l’Impiego al fine di coordinare la gestione delle liste di mobilità e disoccupazione. Sarà poi messa mano sul sistema INPS di reportistica dello stato contributivo dei lavoratori attivi.

Infine, per dare attuazione al Testo Unico sulla sicurezza il DDL prevede un’Agenzia Nazionale per la sicurezza sul Lavoro (e l’INAIL a che servirà?) che curerà ispezioni e anche premi per le imprese che attuano normative previste dalla Legge. Infine – artt. 23-27 – si continuerà sulla strada della regolarizzazione già intrapresa dal Ministero Damiano, impiegando le risorse del Fondo per l’Emersione del Lavoro irregolare (fissato nella finanziaria 2006).

Gli ultimi due articoli (28 e 29) portano il titolo: PER LA DIGNITÀ DELLE RETRIBUZIONI. Riguarda il lavoro autonomo. Si legge:

I lavoratori economicamente dipendenti, che svolgono rapporti di collaborazione aventi a oggetto una prestazione d’opera coordinata e continuativa, anche a progetto, senza vincolo di subordinazione, iscritti alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e privi di copertura da parte di altre forme obbligatorie di previdenza, hanno diritto a un compenso sufficiente per un’esistenza libera e dignitosa e proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto, secondo quanto previsto negli accordi e contratti collettivi applicabili o comunque in uso per prestazioni analoghe o comparabili.

Un passo indietro rispetto alla generica dicitura di 1.000 euro al mese, perché fa riferimento a un compenso indeterminato, “per un’esistenza libera e dignitosa”, ma un passo avanti perché introduce il concetto di comparabilità rispetto a funzioni analoghe previste dai CCNL, introducendo (meglio, insinuando) una novità assoluta: la responsabilità dei CCNL a questo punto anche per quanto riguarda la definizione di compensi minimi da lavoro autonomo. E se questi minimi non ci sono li fissa il Ministero del Lavoro!