Grilli per lanterne

Beppe Grillo se la prende con la Legge Biagi e l’allievo di Biagi se la prende oggi con Beppe Grillo. Pare che il comico non sia andato troppo per il sottile nell’introduzione al libro Schiavi Moderni – Il precario nell’Italia delle meraviglie (una raccolta di lettere, liberamente scaricabile dal Web). Anche i commenti al blog appaiono decisamente cattivi, forse troppo. Tiraboschi, dal canto suo, risponde accostando frasi di Grillo a quelle dei filo-brigatisti.

Farina di un pessimo sacco

Tre rapidi scatti sul giornalismo nostrano:

1. L’ordine nazionale dei giornalisti ha radiato (finalmente) uno dei suoi iscritti per “spionaggio” e porcherie varie. Tempo otto secondi netti e Silvio Berlusconi e tutta la squadra subito lo hanno riabilitato con parole di stima. Così Berlusconi: “Esprimo la mia solidarietà personale e a nome di tutta Forza Italia a Renato Farina, che ha sempre difeso i valori della libertà“. E a seguire Gabriella Carlucci: “Forza Italia deve fondare una propria scuola di giornalismo e nominare Farina rettore, perchè è un giornalista vero e un modello per i giovani“;

2. Il patrono delle cause sociali, del governo dei cittadini, difensore della trasparenza e bla bla bla Beppe Grillo, ha licenziato uno dei suoi collaboratori giornalisti per una questione di banale rinoscoscimento economico del lavoro svolto e quando gli è stato chiesto dal diretto interessato una spiegazione ha risposto che non si cura degli aspetti manageriali del suo blog;

3. Per Luca Cordero di Montezemolo, a capo della Fieg, editore di tutti gli editori, la carta stampata dovrà fronteggiare sempre più lo sviluppo di mezzi come Internet, con i motori di ricerca e la telefonia mobile, “attori che prendono senza dare, che non producono contenuti ma poggiano la loro forza sulla tecnologia. Con software che somigliano a parassiti, hanno bisogno di un muro per arrampicarsi, cioè le informazioni dei giornali, ma poi lo distruggono prosciugandone le fonti pubblicitarie“. Qualcuno gli spieghi qual è l’importo annuo della pubblicità online e che anche gli editori nostrani hanno siti Web. Di che parlava, di Google News?

Ho sempre pensato che le tre piaghe del nostro giornalismo fossero la commistione col potere, l’assenza di correttezza nella valorizzazione del lavoro, la scarsa visione strategica degli editori.