Lo scandalo degli Sportelli Biagi

La prima importante sperimentazione di servizio che avrebbe dovuto fornire un raccordo tra Pubblico e Privato – così come previsto nella Legge Biagi (ex. art. 13 del D.Lgs 276/2003 – Qui la Circolare Maroni del 2004) – è miseramente fallita. I cosiddetti “Sportelli Biagi” chiudono a Milano dopo soli due anni e mezzo di attività: hanno ricollocato stabilmente 32 persone e speso per questo 4 milioni di euro! “I fondi sono serviti a pagare le strutture, i dipendenti del Comune e le Agenzie private per il lavoro“, scrive il Corriere della Sera. Il business legato ai lavoratori svantaggiati non è nelle corde delle Agenzie private: lo si poteva intuire fin dall’inizio. La maggior parte degli impieghi era infatti a termine, secondo una logica che ricalca perfettamente la convenienza delle Agenzie.

La questione mi sta particolarmente a cuore, anche perché ho visto nascere questi sportelli. Nel periodo in cui il Ministero del Welfare (Maroni) aveva affidato a Italia Lavoro la selezione delle 7 Agenzie a Milano stavo svolgendo un tirocinio formativo proprio in quegli uffici. Mi accorsi subito della ridondanza dei costi e dell’impianto eccessivamente burocratizzato dell’iniziativa, oltre che dell’imprinting politico che serviva principalmente a creare immagine. Non mi stupì l’enfasi della conferenza stampa di presentazione. In molti, però, abboccarono. Seguendo nel tempo la vicenda ero certo che la fine che avrebbe fatto era esattamente questa.

In archivio ho qualche articolo sull’evoluzione: uno (“Fondi per lo sportello Biagi, a noi solo briciole“) riguardante la contestazione dell’allocazione dei fondi da parte della Provincia di Milano; l’altro di Avvenire (“Sportelli Biagi, un primato in bilico“) che faceva un primo bilancio (positivo). A dicembre 2006 parlava di 28 persone assunte. Oggi sono 32: questo significa che in 18 mesi di lavoro ne hanno ricollocati soltanto 4!! 

Ora – chiariamo – la filosofia dell’intervento era e resta sacrosanta. L’attenzione alla marginalità del mercato è un segno di democrazia e di fattiva solidarietà sociale, ma i risultati, bisogna ammetterlo, sono scandalosi. Senza una precisa azione di monitoraggio, premi di risultato (e, al contrario, riduzione dei finanziamenti per obiettivi non raggiunti) – come avviene appunto nel settore privato – tutto diventa occasione di spreco. Se un raccordo con il Privato deve essere, vanno importate anche le sue regole. La maggior parte delle Agenzie in campo (Adecco, Randstad, Kelly Services, eWork, Obiettivo Lavoro, Quanta, Select) fanno parte di multinazionali: a settembre hanno i budget da fare. A chi sgarra vengono tagliati i fondi: quale pacchia deve essere stata avere finanziamenti pubblici?

Al di là della vicenda dello Sportello Biagi c’è un elemento critico nella filosofia politica che guida gli interventi legislativi e operativi del Centro Destra che torna costantemente a galla. Libro Legge Biagi - ETASE’ quella del monitoraggio e delle sanzioni lasciate irrimediabilemte sempre cadere. Il primo istant book sulla Legge Biagi (copertina a fianco) lo fece subito notare: le sanzioni facevano schifo. Le cose non sono cambiate. E il tanto discusso “Osservatorio del Mercato” previsto dalla Legge Biagi (Ex. Art. 17 D.Lgs 276/2003) non si è mai fatto.

Di recente anche Pietro Ichino, in una seduta in commmissione Senato (Stenografico – Pag. 12) è tornato sull’argomento, rispetto alla modifica dei contratti a termine. Se le variazioni e le nuove Leggi hanno natura sperimentale, come sostiene oggi Sacconi, chi controlla alla fine? La verità è che ci si dimentica in fretta e si lascia alla stampa questo compito, quando va bene.

Il Corriere ha aperto la strada. Vedremo quanti chiederanno a chi sedeva a quella conferenza stampa, di 3 anni fa, le ragioni di questi sprechi, quanti intervisteranno Letizia Moratti, Roberto Maroni, Maurizio Sacconi, Michele Tiraboschi o Natale Forlani in merito.

Ultima modifica: 2008-09-12T09:22:19+02:00 Autore: Dario Banfi

0 commenti su “Lo scandalo degli Sportelli Biagi”

  1. Ciao, sono Matteo, sono un giornalista, lavoro per una tv per ragazzi, e i tuoi commenti sul fallimento dello ‘sportello Biagi’ mi interessano.

    Alla fine citi dei personaggi, ‘Maurizio Sacconi, Michele Tiraboschi o Natale Forlani’ mi sapresti dire che incarichi hanno, e come poterli contattare? Mi piacerebbe essere il giornalista che li intervisterà.

    Grazie mille

    Matteo

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