Che ci vado affare al centro pubblico?

Trovare lavoro attraverso i Centri per l’Impiego (CPI) si sà non è cosa semplice perché le professionalità intermediate spesso sono di basso profilo. Arrivare a dire, però, che il “bilancio delle loro attività sia in forte rosso” dopo 10 anni dalla fine del collocamanto pubblico mi pare una forzatura. Forse non tutti sanno che nei Centri Pubblici si svolgono un’infinità di attività, alcune molto importanti di raccordo con il territorio o la gestione delle crisi, cosa che i privati non fanno, e non soltanto l’intermediazione. Sono l’unico punto di contatto, per esempio, dove “agganciare” gli inattivi.

Motivi dei contatti con i Centri Pubblici per l’Impiego

Attività dei Centri Pubblici per l’Impiego

[Fonte Rapporto di Monitoraggio 2007 sul Mercato del Lavoro – Ministero del Lavoro]

Il Rapporto di Monitoraggio 2007 del Ministero sul Mercato del Lavoro che tutti citano in questo periodo (si veda questo articolo di G. Cazzola dal fantasmagorico titolo “Con la flessibilità il precariato cala”) offre uno spaccato sullo stato attuale dei CPI, certamente non troppo roseo, ma neppure allo sfascio. Un confronto con altri canali mette bene in luce come siano comunque aree di passaggio importanti che svolgono servizi a molte facce, spesso opache, ma che un servizio pubblico non può esimersi dall’erogare.

Sarebbe interessante approfondire anche le buone pratiche e non soltanto parlare come sempre della zavorra che arriva da cinquanta anni di cultura del collocamanto pubblico, magari leggendo anche articoli che vanno in questa direzione e stimolano approcci diversi nei confronti del servizio pubblico. Capire, per esempio, dove si sta innovando la rete dei Centri Pubblici [si veda per esempio lo studio del Formez sulle iniziative telematiche pubbliche locali nelle politiche per il lavoro] o quali effetti di compressione delle politiche attive impone il carico derivante dalla gestione delle politiche passive. Se ai CPI sarà chiesto sempre più di gestire cassa integrazione e sussidi, comunicazioni obbligatorie e via discorrendo, che tempo resta per inventarsi iniziative di qualità, nuove, efficienti o curare meglio orientamento e intermediazione? Eppure c’è anche chi ci riesce.

Ultima modifica: 2007-04-05T11:13:16+02:00 Autore: Dario Banfi

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