Non mentire, autoconsigliati

C’è l’autosfruttamento, ma anche il suo opposto, l’illusione di fare bene quando le cose vanno a rotoli. Menti sapendo di mentire, il problema è che lo fai a te stesso. Sono due classici atteggiamenti del freelance che vive momenti di transizione: overwork e quieto vivere. Vale la pena ricordare (prendendo alcuni spunti da FreelanceFolder) quali siano le bugie più diffuse. Affronta i casini, metti a posto le cose:

  • Bugia # 1 – La mia attività non ha bisogno di promozione. Palle, chi sei per vivere di rendita? La vita è più dura del previsto per un freelance. Trovare commesse, clienti e nuove attività è forse ancora più difficile di fare ciò che fai come core business;
  • Bugia # 2 – Un lavoro sottocosto è comunque un buon lavoro. Certo, poi fallo gratis, che le cose andranno ancora meglio :-)
  • Bugia # 3 – Meglio non chiedere ai clienti. Zitto, fai di testa tua, non confrontarti o chiedere che cosa serve davvero: tempo due settimane e hai perso il cliente. Non temere di chiedere. Neppure a fine lavoro cosa è andato per il verso giusto e che cosa no. Una domanda ben posta vale cento risposte;
  • Bugia # 4 – Il tempo speso a leggere Blog, Twitter e Facebook è networking. Sì, e quanto lavoro hai portato a casa da questa attività di mera informazione? E’ tutto molto bello, ma il networking è fatto di contatti, non soltanto di lettura passiva. E poi stringi qualche mano ogni tanto, non fare tutto da tastiera;
  • Bugia # 5 – Sono un esperto, non ho bisogno di accrescere le mie conoscenze e competenze. Ma vuoi davvero diventare come un impiegato dietro alla scrivania? Il sapere tacito è l’arma del freelance. Affila le tue lame, ogni tanto;
  • Bugia # 6 – Se c’è riuscito lui, posso farlo anch’io. Falso. Condizioni diverse, persone diverse, situazioni diverse. Le variabili per avere successo in un progetto sono troppe per immaginare di replicare ciò che vedi fatto da altri. La tua unicità è un vantaggio, ma spesso anche un ostacolo. Trova la tua strada;
  • Bugia # 7 – Lavorare come freelance è facile come bere un bicchiere d’acqua. Ok, ne parliamo l’anno prossimo. Dopo che hai pestato la testa sullo spigolo o, ancora meglio, hai parlato con altri freelance che lavorano da soli da anni. Per fare il consulente devi avere le spalle larghe, non soltanto il cervello fino; 
  • Bugia # 8 – Posso concentrarmi sul lavoro principale, al resto ci penserà il commercialista. Sbagliato, c’è il marketing, la promozione, la scrittura di offerte commerciali, lo scouting di nuovi clienti, la gestione dei mezzi (informatici e non); il networking, la contabilità spicciola, la spesa da fare il sabato quando lavori il sabato, la formazione continua e la tua salute;
  • Bugia # 9 – La bontà delle mie conoscenze specialistiche e competenze è sufficiente per lavorare. Hehehe.. Nel Paese di Affittopoli, Parentopoli, Vallettopoli, Calciopoli, Puttanopoli (e mi fermo qui…), credi ancora che bastino? Senza calare le brache, ricorda semplicemente che relationships matter come dice LinkedIn.
  • Bugia # 10 – Su questa materia sono il migliore: dovranno darmi spazio. Può anche darsi, ma c’è anche una pericolosa contraddizione. Se sei il migliore nel tuo campo ci sarà sempre qualcuno più ignorante di te che dovrà valutare ciò che sai fare e non sarà in grado di farlo meglio di te. Potrà scegliere usando altri parametri rispetto al merito: valuta dunque sempre attentamente tutte le ragioni che portano i clienti a scegliere te o altri.
Ultima modifica: 2011-02-22T11:40:26+01:00 Autore: Dario Banfi

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