Ci sono tre punti del primo discorso di fine anno del presidente Napolitano che ho apprezzato molto. In ordine:
1) il richiamo alla questione dei talenti:
E alla vigilia dell’Anno europeo delle pari opportunità voglio sottolineare come in Italia tra le riserve preziose su cui contare ci sia quella, ancora così poco valorizzata, dei talenti e delle energie femminili.
2) il ringraziamento implicito a chi continua a credere nell proprio lavoro, innovativo e di frontiera, pur rimanendo nella precarietà:
[…] La seconda, una giovane che ha studiato con successo giungendo alla laurea e al dottorato, lavora ora a un progetto avanzato di ricerca genetica, per mille euro al mese – e si considera fortunata – con un contratto che scade nel maggio prossimo, ma “non ci penso – ha detto – perché ho un lavoro bellissimo”. Ecco, due casi così diversi, ma che ci dicono entrambi quale forza morale anima tante donne e può diventare fattore essenziale di progresso civile e di crescita dell’economia e della società.
3) l’attenzione al tema dei salari e del merito:
L’Italia ha ripreso a crescere, col contributo determinante di imprenditori che hanno imboccato la strada dell’innovazione e del rischio nel mercato globale; e insieme di tecnici e lavoratori qualificati e aperti al cambiamento, consapevoli che è il momento di premiare il merito. Bisogna incoraggiare gli uni e gli altri: guardando con particolare sensibilità a chi lavora in condizioni pesanti e per salari inadeguati, a cominciare dagli operai dell’industria.
Mi chiedo come sia possibile premiare il talento se l’unico e imperversante meccanismo di cooptazione, tanto in politica che nelle aziende, premia gli “yes-men”.
Non importa cosa sai, quanto ne sai e cosa sai fare: l’importante per chi ti assegna una responsabilità è l’essere sicuro che tu di darai da fare per fare quello che lui ti chiede senza discutere.
Se non cambia questa mentalità altro che premio al talento.
D’altro canto questo è il paese dove le poltrone di ministro si assegnano non per la competenza delle persone ma in base al manuale Cencelli e, come si sa, il pesce puzza dalla testa ;-)
Che il Capo dello Stato lo dica davanti a 12 milioni di italiani è comunque una bella sfida..