Per quanto assurdo possa sembrare questo divieto venne realmente stabilito nel 1956 in un paesino della Sicilia dove Danilo Dolci, insieme a un migliaio di pescatori, diede vita a uno sciopero della fame. Sulla spiaggia protestarono contro la pesca di frodo, protetta dalla mafia.
Oggi è anche il titolo di uno spettacolo teatrale messo in scena dal Teatro della Cooperativa, a Milano, che ripercorre la storia e le difficoltà di Danilo Dolci*, scrittore, pedagogo, sociologo e poeta, che dedicò la vita all’insegnamento, alla lotta non violenta contro la mafia e alla difesa dei diritti di cittadinanza, primo tra i quali il lavoro.
Il testo, leggero e moderno, scritto da Renato Sarti, tratta soprattutto della protesta contro la disoccupazione e la miseria e racconta la vicenda più controversa che portò al processo di Danilo Dolci: la realizzazione del primo “sciopero al contrario“. Invece di incrociare le braccia o assaltare qualche fabbrica, numerosi manifestanti, sotto al sua guida, decisero di protestare pacificamente, sistemando una vecchia strada. Lavorono per dimostrare di essere senza lavoro. Un colpo di genio, che mostra un’interessante modernità, ovvero la possibilità di fare notizia e creare opinione pubblica pacificamente da parte di chi non ha una precisa controparte nei confronti della quale potere esercitare il proprio diritto di sciopero (si pensi oggi ai lavoratori autonomi, ai disoccupati, ai precari..).
Lo spettacolo include la bella arringa che Piero Calamandrei, giurista e padre della Costituzione Italiana, pronunciò nel 1958 durante il processo. Ogni sera è pronunciata da personalità differenti che si sono contraddistinte nella difesa della Costituzione, dei diritti civili e della pace. La prima assoluta, svoltasi a Roma, ha visto Fausto Bertinotti nelle vesti di Calamandrei. Ma si sono alternati anche Gian Carlo Caselli, Virginio Rognoni, Leoluca Orlando e altri.
Uno spettacolo da vedere, ben costruito, che riporta in vita una persona quasi del tutto cancellata dalla memoria collettiva, ma che portò nel cuore della provincia italiana e del Sud l’attenzione di persone del calibro di N. Bobbio, E. Vittorini, Carlo Levi, J. P. Sartre, A. Huxley, B. Russell, E. Fromm e mille altri. E che riuscì a fare parlare, scrivere, prendere coscienza i lavoratori analfabeti degli anni 50.
* Chi è Danilo Dolci? Una biografia (.PDF)
Lo spettacolo è a Milano fino al 2 dic. poi si sposta a Gorizia, Trieste e Sezana (città natale di Danilo Dolci)