A partire da oggi ho una nuova casa digitale. Questa.
La grande soddisfazione è di averla costruita da solo, su misura, posizionando mattone su mattone, giorno dopo giorno. Uno sforzo non indifferente dal punto di vista tecnico. Un investimento importante in termini di tempo.
In partenza mi sono dato un obiettivo: avrebbe dovuto essere leggera, funzionale e spaziosa. Avrebbe dovuto contenere i ricordi, ma lasciare spazio al nuovo, raccontare tutto il mio passato, fatto di progetti e iniziative, ma fotografare il presente, con la speranza di migliorare il futuro.
Si era resa necessaria, per fissare il punto, in un momento della mia vita difficile per ragioni di salute e di lavoro. Per raccontare quale proposta professionale mettessi sul mercato e avere stanze dove scrivere liberamente, magari trovando tempo e spazio per argomentare ciò che penso. La bulimia asfittica da social network ha iniziato a mettermi a disagio. E così l’idea di dibattere a suon di tweet argomentazioni complesse: preferisco lasciare ad altri. Personalmente cercherò di farlo con un numero elevato di battute e soltanto per chi avrà voglia di sedersi a leggere, con calma.
In questa casa ho migrato il mio blog storico, lanciato nel 2006. La frequenza di aggiornamento sarà bassa: farò quel che posso. Una cosa è certa: il contenuto che potrete trovare nel blog sarà frutto della mia esperienza e delle mie conoscenze. Niente millanterie, niente pelo liscio per guadagnare lettori. Niente tecniche da imbonitori. Chi già leggeva questo blog, sa di che cosa parlo.
Il bello di avere una casa nuova – come in occasioni del genere – è anche quello di immaginare un futuro migliore. E personalmente ne ho molto bisogno. Il bello di averla costruita, invece, è di avere imparato facendo. Mettere in piedi questo sito si è trattato di un gioco serissimo. Un esercizio di attenzione, studio ed equilibrio, in cui ho deciso di mettere molto tempo, molte notti. Non dico di avere padronanza intera del codice, perché sarebbe falso, ma ho fatto un paio di salti in avanti a livello quantico, dal semplice usare cose fatte da altri, al realizzarle da zero: interfacce, funzioni, stili, contenuti.
Altrettanto soddisfacente è stato ricostruire il mio passato professionale, per inserire in portfolio quasi 100 progetti, costruito da solo e poi riempito passo passo. Nella parte dedicata alle attività troverete invece otto aree tematiche, che tra di loro sono strettamente collegate. Editoria, Copywriting, Social Media, Website, E-commerce, Consulenza, Servizi e Formazione.
C’è chi teorizza la necessità di presentarsi come specialista verticale di un solo ambito e dare visibilità soltanto a poche esperienze per essere più efficaci nella comunicazione. In realtà credo di essere bravo in ambiti diversi, apparentemente separati, ed essere in grado di trovare le giuste intersezioni. La differenza rispetto a chi si affaccia sul mercato o ha una sola job description, è la flessibilità e l’esperienza, che posso dimostrare soltanto con la ricostruzione storica delle mie attività e la fotografia esatta degli ambiti di intervento e dei miei limiti, che comunque ammetto, in ognuno di essi.
Come quasi tutti i freelance, non ho un curriculum, ma una storia professionale e un Portfolio (una volta si chiamava bagaglio) di esperienze. Mi sembrava corretto dargli il giusto peso. Quanto al resto, in questa casa c’è molto spazio, almeno nell’area libera del blog. Cercherò di sfruttarlo, come giornalista e come appassionato di tecnologie e materie legate al mondo del lavoro.