Una cosa che sopporto difficilmente è quando sento al telefono qualcuno che si qualifica come mio “collega”. Persone di uffici stampa o di testate giornalistiche per cui lavoro, per esempio. Scrive Etimo.it:
Mi riesce difficile pensare, come lavoratore autonomo, di colligere fino in fondo valori, strumenti o finalità del mio lavoro con un lavoratore dipendente. I piani sono separati. Se fossi un “collega”, per sillogismo tutti saremmo colleghi in Italia. I Sig. Rossi con i Sig. Verdi. Non è così.
Credo, invece, nella necessità di rendere forti i legami inesistenti. Questi sì possono tornarmi utili. Possono soltanto dirmi qualcosa che non so. Offrimi nuove opportunità.
Sono convinto che il networking funzioni meglio tra posizioni omologhe sul mercato. Sembra paradossale, visto che sono in competizione, ma parlano la stessa lingua.
O forse sono meno in competizione di quanto in realtà non lo siano oggi le posizioni tra loro eterologhe.
Che cosa ne pensi?
UPDATE: Segnalo anche questo post di Vittorio Zambardino sul tema del netwoking in ambito giornalistico.