La gerontocrazia che immobilizza il Paese

Aridaje.

Giusto una settimana fa è stato presentato il Rapporto CNEL “Il Lavoro che cambia” davanti al Capo dello Stato, presidenti di Camera e Senato e tutti i dinosauri che è possibile vedere inquadrati nelle riprese video. Un evento completamente snobbato dai giornali che pare non si siano accorti di nulla o hanno chiuso un occhio sull’inutilità complessiva dello studio*. Un evento misterioso, dove l’età media dei partecipanti, così a occhio, era intorno ai 70 anni!

*Ve la immaginate la faccia di un precario di 30 anni che ascolta Antonio Marzano presentare l’indagine, parlando della crescita dell’occupazione che fu prevista erroneamente negli anni ’60..

Beh, il tempo di leggere i documenti (un collage di materiali che ciascun esperto ha elaborato nel chiuso dei suoi studi universitari) ed ecco scoperta una fantastica barzelletta: tra le Raccomandazioni [valutate attentamente questo termine, non solo tecnico] che “i  massimi studiosi di mercato del lavoro in Italia” (Boeri dov’era?) hanno portato davanti all’assemblea, non c’era niente di meno che la proposta di istituire un nuovo sistema per osservare il mondo del lavoro. Un nuovo archivio degli archivi!

Dopo Istat, il SIL, l’Osservatorio previsto dalla Legge Biagi e mai attuato, le indicazioni contenute nel Protocollo sul Welfare, i dati mai pervenuti della Borsa Lavoro e la giovane e non citata esperienza delle Comunicazioni Obbligatorie, anche in questa occasione non si è perso tempo per suggerire saggiamente l’istituzione di un nuovo Osservatorio, ma con un nuovo nome: SARA Lavoro!

Dopo avere osservato il mercato, gli studiosi si raccomandano cioè di creare un nuovo sistema di osservazione. Come a dire: abbiamo osservato male! E che cosa serve per mantenerlo vivo? Una CABINA DI REGIA!! Si legga dal Rapporto CNEL:

Nella definizione dell’assetto di governance di SARA Lavoro, andrà pertanto posta particolare cura per sciogliere questi due nodi critici, (i) individuando una ‘cabina di regia’, o un soggetto indipendente, con effettivi poteri di indirizzo su contenuti e standard essenziali delle informazioni degli archivi, e nello stesso tempo (ii) promuovendo un’efficace collaborazione fra i principali attori…

Insomma l’unica occupazione che si raccomandano di creare è relativa alle persone che devono osservare il mercato. Il lavoro cambia, i vizi no. In epoca di crisi, precarietà e salari da fame non è un segnale positivo. E senza troppi giri di parole è giusto pensare e dire che questa generazione di dinosaursi deve farsi da parte. Vogliamo risposte, fare progetti, pensare al nostro futuro. Leggere racconti reali, affidarci a persone nuove. Immaginare quale sarà la società e il lavoro che ci aspetta. Quale sarà il nostro futuro.

A quale sarà, con l’accento.

Almeno l’ortografia non portatecela via.

Ultima modifica: 2009-02-11T08:34:57+01:00 Autore: Dario Banfi

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