Argomento ostico, ma importante. E finalmente se ne parla con cognizione di causa.
[Gli Indici di Congruità in fase di studio – Fonte: Sole 24 Ore]
Previsti in Finanziaria sono indici che dovranno essere definiti per inquadrare l’attività delle imprese e comprendere se presentano anomalie sotto il profilo del lavoro impiegato per generare valore (rapporto tra produzione e ore lavorate). Per individuare casi del tipo: 40 milioni di euro di fatturato e zero dipendenti in un’azienda manifatturiera. Cose che accadono realmente. Oppure: consumi elettrici per 1,5 milioni di euro e nessuna iscrizione alla Camera di Commercio. Serviranno, cioè, per intercettare le distonie più evidenti, con la finalità di indirizzare le indagini ispettive del Ministero.
Chi non ha capito nulla di questa finalità ha subito alzato barricate. Vi segnalo a questo proposito alcuni articoli usciti in passato: Il Giornale, La Padania, Il Denaro, Libero Mercato (Pdf). Ma c’è anche l’opinione (File .TIFF) di un ex direttore del Sole 24 Ore, Guido Gentili, che ha subito indicato come dirigista e illiberale la definizione di parametri che inquadrano il rapporto tra lavoro e capitale (e dell’efficienza che ne sarà?, si chiede). Questa è anche la posizione di Confindustria espressa di recente da Isidoro Marino, direttore Nucleo Affari Sociali di Confindustria. Sfugge a queste analisi, tuttavia, la naura sperimentale del dispositivo e soprattutto la finalità: indirizzare gli ispettori del lavoro. Il parallelo con gli studi di settori di commercianti e artigiani non c’entra un fico secco. Diciamo che è uno spauracchio comodo da presentare all’opinione pubblica (da parte della destra), ma non è paragonabile in alcun modo agli studi di settore. Ha finalità di indirizzo per politiche attive e di vigilanza, non per assegnare multe “alla cieca” e via discorrendo..
Oggi Liberazione (File .TIFF) e Il Sole 24 Ore (File .TIFF) ne parlano in maniera più tecnica. [In passato soltanto Il Sole 24 Ore colse nel segno con questi due articoli (1) e (2)]. E già si capisce qualcosa di più. La Regione Puglia li ha inseriti nella Legge Regionale contro il sommerso (Legge Regionale 26 ottobre 2006, n. 28) e non è certo un segreto che siano stati “suggeriti” dal documento noto come “Piattaforma della CGIL CISL UIL contro il lavoro nero“. Alla definzione ci stanno lavorando l’Università di Bari e altri Enti. Le ipotesi in campo sono quelle rappresentate nella figura riportata sopra [Rapporto Fatturato/Ore Lavorate oppure Costo del Lavoro / Valore di produzione].
Personalmente mi è capitato di vedere parte di questi studi. Impressionanti, devo dire. Incrociando semplicemente fatturati e personale dipendente per imprese di una determinata area geografica e di uno specifico settore escono grafici di questo tipo (perdonate la semplificazione):
L’efficienza, si nota, sta sotto la mediana. Ok. Ma per chi sta troppo al di sotto, come valutare la situazione? Il pallino cerchiato in rosso è una finanziaria, classica scatola cinese per far transitare soldi, o una società che non paga il lavoro? Oppure una catena di montaggio senza lavoratori? Beh, a mio avviso vale la pena dare un’occhiata ai pallini rossi.. In un Paese in cui le chiamate al 117 per reati di evasione contributiva sono sistematicamente accantonate e dove l’Ispettorato del Lavoro è sotto organico, dove i lavoratori che a vario titolo svolgono attività in nero sono oltre 5 milioni (circa 3 milioni di Unità di Lavoro irregolari secondo ISTAT, File Pdf – 1.4 MB), preferite capire che cosa succede [ovvero che Inps e Ministero del Lavoro prendano questi dati per eseguire ispezioni] in quel pallino rosso o sbandierare la libertà d’impresa?
Update del 5/7 – Segnalo anche questo articolo di Cristiana Gamba sulle sperimentazioni in Edilizia.
Grazie mille, corretto.
C’e’ un errorino nel titolo (ti sei perso una ‘r’)
Solo per dire che sono un lurker pero’ attento e apprezzo molto ;-)
Ciao, f.