Il fico padano

Recuperando un po’ i dibattiti estivi in tema di lavoro, come molti avranno letto, quello dominante è la proposta della Lega di reintrodurre le gabbie salariali. Di tutto quanto trovato in rete, credo che il pezzo migliore sia di Sandro Brusco, su noiseFromAmeriKa, dal titolo “Gabbie salariali. Perché fa bene differenziare i salari“.

Articolo lungo e didascalico, ma utilissimo per chi volesse capire i termini tecnici del problema. Da leggere.

In sintesi, volgarizzando, l’idea è di stabilire pericolosi tetti salariali per legge che certamente aumenterebbero l’occupazione al Sud (facendo emergere un po’ di sommerso), ma tirerebbero la zappa sui piedi a chi lavora al Nord. Paradosso assoluto: al Sud sono contrari, al Nord favorevoli. Sotto la falsa questione del costo della vita e dell’equiparazione del lavoro pubblico a quello privato, l’intellighenzia padana ha dato nuovamente dimostrazione non capire un fico di economia e mercato del lavoro.

Ultima modifica: 2009-08-26T08:07:52+02:00 Autore: Dario Banfi

0 commenti su “Il fico padano”

  1. Veramente gli economisti sostengono la differenziazione dei salari, anche se non su base geografica ma in base alla produttività. E’ però vero che attualmente introdurre differenziazioni salariali sulla base della produttività significa, con le solite eccezioni alla regola, introdurre un salario diverso su base geografica visto che tendenzialmente al sud la produttività è inferiore rispetto al nord (anche nel settore pubblico).

    Secondo me l'”intellighenzia padana” su questo punto, anche se magari sbaglia approccio, pone un giusto problema. Più che non capire un fico, forse è troppo avanti, così come lo era 20 anni fa quando introdusse il concetto di federalismo.

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