Fantasmi con partita IVA

Anche Sergio Bologna ritorna sul Rapporto CNEL, per far notare come in un Rapporto di 1.200 pagine soltanto una sia dedicata al lavoro autonomo di seconda generazione, per affermare che sia un fenomeno inesistente.

Creativi con partita IVA, copywriter, freelance, sviluppatori Web indipendenti, consulenti di ogni genere, che lavorate con aziende private o pubbliche, grafici, pubblicitari, traduttori, giovani 30enni a progetto, formatori, visuristi, designer, auditor indipendenti, temporary manager, illustratori, animatori, scrittori, enologi, fiscalisti, restauratori, medici non convenzionali, fotografi, doppiatori, video maker ecc. mettetevi l’anima in pace: non esistete!

Non contate un cazzo.

Mi chiedo: ma i funzionari della II Commissione Politiche Lavoro e Attività Produttive, Responsabili dei Rapporti CNEL sulle Professioni non regolamentate degli anni passati, dov’erano? Ben pagati e pasciuti, sono stati zitti. Anni di “Rapporti di monitoraggio” buttati nel cesso. Complimenti.

Ma la questione è ben più delicata e va ben oltre funzionari fannulloni: ricondurre l’autonomia nell’alveo del lavoro dipendente è una dimostrazione di ignoranza culturale e violenza politica, prima che di completo adombramento del diritto del lavoro.

Va a braccetto con il liberismo di destra, perché immobilizza la precarietà nella melma del lavoro subordinato offrendo una speranza di regolarizzazione che oggi non è più dato concedere. L’abuso dell’atipicità nei contratti di lavoro si supera con nuove forme di flexecurity, certamente, ma anche aprendo la strada alla vera autonomia. Cosa che nessuno oggi in Italia si sente di ribadire, perché si toglierebbe potere a datori di lavoro e ai sindacati contemporaneamente.

Cancellandola, però, si toglie respiro ai singoli. Li si inchioda al posto fisso, cercando di dimostrare che esiste ancora, come condizione a priori, categoria principale della metafisica del lavoro.

Una pagina ha detto molto di più delle altre 1.199.

Ultima modifica: 2009-02-19T10:51:53+01:00 Autore: Dario Banfi

Lascia un commento