Come si fa in paese che ama definirsi civile a manifestare in favore della Lioce e urlare a viso aperto slogan del tipo “Non pedala più Marco Biagi!“?? Contro questa immondizia dovrebbe pronunciarsi più spesso il Senato, invece di giocare alla democrazia nel giustificare ingerenze o soprusi nel conflitto tra baronati. Mi è personalmente piaciuto l’editoriale di ieri di Francesco Riccardi pubblicato su Avvenire – èLavoro, che ha ricordato la bontà dell’opera di Marco Biagi, che oggi “pedala con altre gambe”, quella della vera Democrazia, spazio di confronto civile in cui è possibile cambiare ciò che va cambiato senza urlarsi addosso. Così scrive:
Certo, la strada del lavoro in Italia non è un viale alberato in discesa. Ci sono buche, ostacoli, gli angoli bui del lavoro nero e della precarietà. C’è ancora tanto da fare per migliorare la tutela dei lavoratori. Ed è assolutamente legittimo (anche se non sempre condivisibile nel merito) che un governo progetti di correggere alcuni aspetti di una legge. Girare il “manubrio della bicicletta” in un’altra direzione è sempre possibile. In democrazia si può anche decidere di cambiare completamente mezzo. Inaccettabile, invece, è stravolgere la verità. Sommamente pericoloso è cercare di aizzare alla rivolta una generazione.