Ieri sera rileggevo alcune poesie di Valdimir Majakovskij e non ho potuto resistere dal pensare che fosse una versione di sinistra di “Fascisti su Marte” di Corrado Guzzanti. Invece è un testo del 1928. Pensiero numero due, a seguire: esiste anche una capacità della cultura nazionalpop di “impressionare” [come dice Antonio Sofi per la tecnologia] e cambia inconsapevolemente parte della nostra visione dei temi sociali. Beh, comunque il testo è questo.. Ditemi se non è vero.