Emergenze climatiche

Ogni tanto mi capita di visitare clienti e di trattenermi per tempi lunghi nei loro uffici. Ieri, per esempio, dopo un piacevole martedì trascorso a Roma, sono capitato in una sede staccata di una grande impresa fuori Milano. Nell’arco di 24 ore sono passato da un clima discretamente sereno, nonostante problemi contrattuali dei collaboratori, alla tomba della creatività di dipendenti supreprotetti e spesso anche nullafacenti. E mi è venuto in mente un mio ex capo, incapace di comunicare, innovare e guidare team. Decisamente paraculato, che non muoveva foglia neppure se gli disfavano l’ufficio.

Due considerazioni veloci: 1) molto spesso è il capo ufficio che fa la differenza, motiva, trascina, diverte, appassiona e questo genera un meccanismo virtuoso che porta le persone a crescere professionalmente, maturare esperienze, studiare, aggiornarsi, rischiare (che in fondo è la vera formazione continua); 2) la sicurezza sul lavoro non necessariamante rende più libera o rilassata la creatività.

Sono andato a ricercare una citazione che trovai ai tempi dell’Università. L’ho ripescata:

Si sente oggi che il lavoro come tale costituisce la migliore polizia e tiene ciascuno a freno e riesce a impedire validamente il potenziarsi della ragione, della cupidità, del desiderio d’indipendenza. Esso logora straordinariamente una gran quantità d’energia nervosa e la sottrae al riflettere, allo scervellarsi, al sognare, al preoccuparsi, all’amare, all’odiare. (F. Nietzsche, Aurora, 1981).