[A distanza di molti mesi sono riuscito a trovare il tempo per pubblicare lo speech tenuto all’Università di Bologna al Convegno “Lavoro in frantumi” del 25 novembre 2010 – Le argomentazioni presentate qui in maniera sintetica sono ampiamente sviluppate nel mio nuovo libro, scritto con Sergio Bologna, “Vita da freelance” che uscirà per i tipi di Feltrinelli il 7 aprile]
La paga del freelance. Quando l’impresa fa buy-back su premi di risultato
Quando si affronta il tema della frammentazione del mondo del lavoro c’è un punto di vista dal quale non si osa mai guardare ed è la condizione oggettiva dei risultati che ottengono quei lavoratori che operano fuori dal mondo del lavoro salariato. Il compenso che viene offerto ai freelance, la loro “paga”.
È un argomento difficile da mettere a fuoco perché non esistono strumenti di misurazione e tantomeno politiche condivise, regole nazionali o accordi impliciti, neppure tra lavoratori indipendenti. Questo tipo di lavoratori figli del postfordismo e in misura sempre maggiore “termometro” dell’evoluzione stessa del nostro Stato sociale hanno oggi moltissime difficoltà sul fronte dei compensi professionali sia rispetto al quantum sia più in generale per il valore riconosciuto al loro lavoro.