La barzelletta dei tariffari

In Parlamento dovrebbero istituire il Premio “Penelope”. I partecipanti: da una parte i “colpo-di-spugna” boys e dall’altra i “saggi revisionisti”. Alle estrazioni di fine anno inscriverei anche qualche neocon, uno o due “old-lib”, un paio di ministri e sicuramante la pletora dei sottosegretari. Una delle prime edizioni, lasciando perdere per ora la giustizia, la dedicherei alla questione del Tariffario, un tema che interessa da vicino e per ragioni opposte il lavoro dei professionisti.

Nel recente Decreto Bersani (Legge n. 248 del 4 agosto 2006 di modifica del Decreto Legge n. 223 del 4 luglio 2006) sulle liberalizzazioni si legge:

“In conformità al principio comunitario di libera concorrenza [..] dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogate le disposizioni legislative e regolamentari che prevedono con riferimento alle attività libero professionali e intellettuali: a) l’obbligatorietà di tariffe fisse o minime ovvero il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti.”

Nel Disegno di Legge sulla Riforma delle Professioni (è un DDL, certo, nulla di vincolante..) al contrario si intende rendere concreta questa ipotesi:

“[…] prevedere che il corrispettivo della prestazione sia consensualmente determinato tra le parti, anche pattuendo compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti; garantire il diritto del cliente alla preventiva conoscenza del corrispettivo ovvero, se ciò non sia possibile, all’indicazione di una somma individuata nel minimo e nel massimo; prevedere, a tutela del cliente, la individuazione generale di limiti massimi dei corrispettivi per ciascuna prestazione.”

A tutela del cliente (!), in sostanza, sono contemporanemante aboliti e risabiliti i minimi.

La contraddizione non stupisce se si considera che oggi esistono Tariffari con la T maiuscola e tariffari di serie B, sistematicamante snobbati. A dispetto di chi considera Notai, Avvocati ecc. troppo cari – e per i quali ben venga una certa concorrenza – è giusto ricordare che esiste anche la situazione opposta e chi (giornalisti freelance, alcune fasce di architetti e geometri lavoratori autonomi ecc.) la libera concorrenza non sa neppure che cosa sia.

Questi professionisti oggi sono strangolati dai loro clienti e si battono per vedere rispettati minimi tabellari dignitosi e imporre prezzi adeguati al tempo impiegato/lavoro svolto. Per loro il Decreto Bersani ha abolito ciò che di fatto non esisteva. Tra breve si vedranno porre dei limiti massimi: non sia mai che alcuni editori superino il compenso di 5 euro per retribuire un articolo… 

Ultima modifica: 2006-12-28T12:12:23+01:00 Autore: Dario Banfi

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